Ardia e FaloniA pochi minuti dalla notizia della fine della Provincia di Asti, siglata poco fa dal Consiglio dei Ministri che ha approvato il Dl sul riordino e la riduzione delle province italiane, arrivano i primi commenti. “Ho aspettato fino ad ora per parlare, ancora fiducioso di un miracolo che al limite può ancora arrivare con la sentenza della Corte Costituzionale, attesa mi pare per il 9 novembre prossimo venturo – scrive Marcello Coppo -. Ad oggi non esistiamo più, abbiamo un commissario tecnico e persino qualche politico dice essere meglio dei consiglieri (e quindi di esso stesso) e assessori provinciali con la motivazione che al commissario daranno più soldi per il territorio. Un simile ragionamento ha due premesse possibili: o vige la dittatura dei Tecnici e quindi i tecnici possono più dei democraticamente eletti e pertanto è meglio non sprecare più soldi in elezioni, oppure i democraticamente eletti, che hanno detto e/o pensato certe cose, si sentono inferiori e/o inesistenti e in tal caso bene hanno fatto a dimettersi. Sia in un caso che nell’altro è meglio che certe affermazioni le proferisca chi ha intenzione di non ripresentarsi alle elezioni, ovviamente sono possibili ripensamenti. Il mio sfogo non è un attacco ai fratelli mandrogni ma il sintomo dell’amarezza per una partita astigiana giocata male, mailissimo”. Intanto questa mattina Alberto Ardia, il commissario prefettizio nominato da Pierluigi Faloni per la gestione provvisoria della Provincia di Asti, ha incontrato i vertici cittadini.