Una nuova metodica per migliorare la tolleranza alla radioterapia nei tumori della prostata è stata applicata nei giorni scorsi al Cardinal Massaia: al di fuori degli studi sperimentali avviati per accreditare il sistema, si tratta del primo caso clinico che, in assoluto, ha coinvolto un ospedale italiano.
La metodica prevede l’impianto di un palloncino biodegradabile per separare la prostata e la parete anteriore del retto, evitando che quest’ultimo venga irradiato durante la radioterapia. L’intervento sul paziente, reso possibile dalla collaborazione tra i reparti di Urologia e Radioterapia, diretti rispettivamente dai primari Franco Bardari e Maria Tessa, è stato eseguito dall’urologo Michele Cussotto: vi hanno assistito anche alcuni medici radioterapisti e urologi di ospedali lombardi (Milano e Pavia) interessati a intraprendere la stessa metodica.
Il palloncino biodegradabile, che viene collocato con una procedura rapida e minimamente invasiva per via transperineale sotto guida ecografica – spiega il dottor Bardari – è stato donato dalla ditta DMO Medical, importatrice del prodotto israeliano. Il Massaia è stato individuato in considerazione delle eccellenze che vanta sia in campo urologico (il reparto è annoverato fra i punti di riferimento nazionale per la patologia prostatica e attua trattamenti innovativi come la crioterapia) che in quello radioterapico, attraverso la brachiterapia”.
La radioterapia esterna per il carcinoma della prostata – indica la dottoressa Tessa – è un trattamento di provata efficacia e molto ben tollerato, grazie alle moderne tecnologie che già ora consentono di delimitare con grande precisione le sedi da irradiare e di risparmiare gli organi vicini, il più importante dei quali è il retto. Tuttavia esiste una tipologia di pazienti che, per particolari dimensioni e forma della prostata o per preesistenti patologie rettali, per ricevere una dose di radiazioni adeguata a eliminare la malattia va incontro ad una maggiore probabilità di complicanze rettali, che sono gestibili ma che possono tuttavia peggiorare la altrimenti ottima qualità di vita”.
Impiantato nel paziente, il palloncino biodegradabile manterrà la propria forma e funzione per almeno 3 mesi, il tempo necessario a preparare e concludere la radioterapia (la cui durata è di circa 60 giorni), dopo di che inizierà a biodegradarsi, per scomparire del tutto entro 6 mesi.
Nel 2010 sono stati 83 i pazienti con tumore alla prostata trattati in Radioterapia.
Un secondo impianto del palloncino biodegradabile, frutto anch’esso della donazione della DMO Medical, verrà fatto a giugno. La scelta del paziente sarà a cura dei due reparti interessati; l’installazione del dispositivo sarà svolta dagli urologi, mentre l’équipe di Radioterapia e di Fisica sanitaria predisporrà il piano di cura del paziente e l’esecuzione del trattamento.