Oltre 50 incontri rivolti agli studenti delle scuole superiori per sensibilizzarli sulle conseguenze del gioco compulsivo, combattere il gioco d’azzardo patologico e far capire una semplice verità: il banco non perde mai, e con l’aiuto della matematica è possibile dimostrarlo in modo divertente e interattivo. Il progetto, avviato alcuni anni fa dalla Provincia di Torino attraverso il CeSeDi, viene ora esteso a tutto il Piemonte per iniziativa degli assessorati all’Istruzione e alla Sanità della Regione, che operano in sinergia con il Consiglio regionale e l’Osservatorio sul fenomeno dell’usura e in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e il personale dei SerT (Dipartimenti di Patologia delle dipendenze). I pazienti affetti in forma grave da ludopatia sono quadruplicati. Dai dati diffusi a novembre scorso in occasione del convegno “A che gioco giochiamo”, i casi presi in carico dai SerT piemontesi risultavano 950, con una media di soggetti a rischio più alta di quella nazionale (il 6,2% contro il 5,4% italiano) e il 42% dei giovani tra i 14 e i 19 anni aveva dichiarato di aver già provato a giocare. Il format utilizzato durante gli incontri è quello delle conferenze-spettacolo, modalità ideata e sperimentata con successo dalla società di formazione e comunicazione scientifica TAXI1729 (specializzata su questo tema a livello nazionale con “Fate il nostro gioco”, creato nel 2009), integrate anche con uno specifico intervento da parte di specialisti dei servizi di cura. Viene anche lanciato un concorso per la realizzazione di un video che affronti il tema del gioco d’azzardo sviluppando, in particolare, uno di questi cinque aspetti: la legalità (ovvero il rischio di scivolare nella catena dell’indebitamento e dell’usura), la famiglia (con le problematiche vissute dai familiari dei giocatori), la salute (degenerazione in forme di dipendenza che portano a sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione, fino al rischio di suicidio), il bene comune (con la crisi e la perdita di interesse verso gli impegni lavorativi, scolastici, culturali, sportivi e verso le relazioni sociali, compresi gli affetti più cari come la famiglia e gli amici), alla cultura (la filosofia e il significato educativo del concetto di “vincere facile”, dell’affidare la propria vita, speranze e fatiche alla vincita fortunata). Gli autori dei dieci migliori elaborati riceveranno un premio in denaro, che potrà essere speso in materiale ed attrezzature didattiche. Il Piemonte dalla seconda metà degli anni ’90 è stato un pioniere nel trattamento delle ludopatie e nel 2010 il Consiglio regionale ha approvato una proposta di legge al Parlamento per vietare l’installazione e l’uso nei locali e luoghi pubblici delle macchinette da gioco, mentre più recentemente il gioco d’azzardo è stato ufficialmente inserito nel Piano regionale delle dipendenze.