Il presidente dell’Asti Calcio Pier Paolo Gherlone traccia un bilancio dell’altalenante stagione vissuta dai galletti. Presidente siamo ai playout . Si aspettava un finale cosi travagliato e incerto sino all’ ultimo minuto? “Abbiamo pagato gli errori iniziali, l’inesperienza. A metà del girone di ritorno, visto il buon gioco, avrei scommesso che ci saremmo salvati senza problemi, invece nelle ultime giornate ho visto ragazzi impauriti di fronte al risultato e senza mordente. Bisogna che i giocatori capiscano che la società ha fatto grossi sforzi, li ha sempre assecondati in tutto, forse un po’ troppo viziati, ora devono dimostrare di avere attaccamento alla maglia”. Si avverte una nota di insoddisfazione per la stagione… “Se parliamo di prima squadra abbiamo raccolto troppo poco rispetto a quello che abbiamo seminato. ll settore giovanile ci ha dato invece grandi soddisfazioni, siamo cresciuti e oggi siamo un modello per valori e impostazione per molte altre societa”. Però c ‘è il rischio retrocessione che potrebbe offuscare tutto il lavoro… “Questa squadra ha le potenzialità per salvarsi e la nostra dirigenza a cominciare dal sottoscritto vuole farlo sul campo nel segno della sportività e dell etica”. Si spieghi meglio… “Certi risultati di partite di nostre concorrenti per la salvezza non mi sono piaciuti. Non parlo con altri presidenti o direttori di squadre avversarie in previsione di una partita. Il risutato deve maturare sul campo non al di fuori…” Cos’è mancato all’Asti in questa prima stagione da presidente? “Non ho rimproveri da fare ai miei collaboratori . Ascoli e Pasquali mordono il ferro hanno un amore per la squadra straordinario, il direttore Di Franco dopo problemi di ambientamento ha lavorato molto bene ed è un uomo di valori. Posso fare autocritica su di me. Ho rilanciato l immagine dell’Asti, grazie al lavoro degli istruttori e della dottorssa Letizia Viarengo, responsabile dei progetti speciali, stiamo facendo un bel lavoro con le scuole. Mi sarebbe stato utile al fianco un uomo di esperienza come Remo Turello, talvolta cinico ma capace e autorevole, in grado di far conciliare le ragioni del portafoglio con quelle degli obiettivi da raggiungere. Ma si sa, c’é sempre un noviziato da pagare”.