Correva l’anno 1997, anno di grandi cambiamenti. Per il mondo della rete nasceva Google, uno dei più importanti motori di ricerca, in quei mesi veniva consacrato nel Pantheon della letteratura mondiale Dario Fo, che riceveva a Stoccolma il Nobel per la letteratura, al cinema si usavano quintali di fazzoletti per la storia d’amore di Jack e Rose sul Titanic, nel mondo dello sport e del calcio spadroneggiava la Juve di Lippi che raggiungeva la sua seconda finale di Champions consecutiva, mentre nel tennis il baby fenomeno di Martina Hingis diventava la più giovane tennista a raggiungere la prima posizione in vetta al ranking mondiale. Ma il 1997 è un anno importante anche per Asti Volley, da sempre attenta al settore giovanile: in quell’anno vedono i natali due giocatrici che saranno senza dubbio i pilastri su cui si fonda il futuro della nostra società sportiva, Antonella Paternoster e Lucia Morra. Due giovani serie, riservate ma che nascondono dentro di loro una grande grinta e motivazioni da vendere. Atlete che compongono l’ossatura della squadra che milita in C1, di quella che cercherà di disputare nell’Under 18 ottime partite contro le pari età italiane e che sono a disposizione anche per gli impegnativi match della Serie B1. Paternoster viene dal sud, casa sua dista mille chilometri da Asti e per una ragazzina di quindici anni non è certo facile trovarsi così distante ad affrontare scuola e sport. Ma Asti è un grande gruppo, è una famiglia che sa accudire nel migliore dei modi i suoi atleti, e si sa, il gruppo è quello che fa la differenza. Lucia Morra ricorda la prima volta che ha incontrato Antonella in campo: (…) “Ci siamo incrociate nel torneo delle Regioni, io nella rappresentativa del Piemonte, lei in quella della Basilicata, ma si vedeva subito che era una delle più forti”. Antonella si è ambientata bene qui ad Asti: “La società è una grande famiglia e qui mi sono trovata molto bene. Cerco di dare il massimo in allenamento e in partita, devo crescere e migliorare”. Quando gli chiedi quale sia il suo futuro e dove si veda fra qualche stagione ti aspetti la risposta diplomatica – “ad Asti” -, ma che intraveda nel futuro le sue origini. Invece…: “Mi piacerebbe riuscire ad affermarmi qui ad Asti giocando bene, con continuità, per dare a questa società il giusto rilievo agonistico”. Se non è parlare da campioni questo! Ma il campionato incombe e la doppia sfida con Settimo è alle porte. Lucia, che partita sarà? “E’ il derby per eccellenza, il nostro derby. Veniamo da due risultati negativi in Coppa Italia ma non dobbiamo pensarci. Dobbiamo andare là convinti e sbancare quel Palazzetto, è il momento della nostra riscossa”. Com’è cambiato il tuo modo di stare in campo? Moltissimo. L’anno scorso in ogni cosa che facevo chiedevo aiuti e suggerimenti alle compagne, al Mister, a tutti; quest’anno riesco a capire e a comprendere meglio le posizioni in difesa e il rapporto con il resto della squadra è cambiato. Ricevo e do al tempo stesso aiuti e consigli. Devo dire che sono cresciuta in personalità e sicurezza. Poi, per carità, di strada da percorrere ne abbiamo ancora molta”. Obiettivi della stagione? “Giocare sicuramente, ma di farlo bene, giocare di supporto alla squadra in tutte le competizioni, sia nella Serie B1 dove possiamo fare bene, sia nella Serie C dove ci aspettiamo di disputare un campionato tranquillo. E poi nell’Under 18, dove abbiamo delle buonissime potenzialità”. A tuo modo di vedere com’è cambiata la squadra che milita in Serie B1 negli ultimi due mesi? Siamo cresciuti come gruppo e lo abbiamo fatto in fretta, abbiamo cambiato anche il modo di stare in campo, mi piace questo nostro melting pot”. E la Nazionale? Un pensierino dopo gli esordi? Lo spero e non so se coach Mencarelli si ricorda di me, ma nel caso vedrò di farlo ricordare, e bene!” La classe 1997 è una classe terribile! “E’ tanta roba”. E se lo dice Lucia, le possiamo credere.