GABRIEL LIMASipario. Come la scorsa stagione l’Asti si ferma ad un passo dalla finale. A 58’ dalla sirena il rigore (dubbio) di Merlim beffa i 1200 presenti che già pregustavano Gara 3. Al PalaSanQuirico finisce 5-5, un pareggio che premia i Lupi forti del 4-2 casalingo di giovedi scorso. Si ripete l’incubo del 2013: concludere una stagione nettamente dominata senza nulla di concreto in mano. Con un roster di questo tipo la sola Winter Cup (nata per tappare i buchi di un campionato a dieci squadre) non può bastare. Al triplice fischio tornano in mente le parole dette a mezza bocca durante la presentazione a settembre: “Sempre in serie A ma senza spese folli e con una squadra ridimensionata”. Gara Due. Per poter sfruttare tutte le bocche da fuoco Polido lascia fuori Kiko per Casalone; rimane in tribuna anche quasi tutta la difesa (Corsini, Garcias e Marquinho). In effetti le scelte premiano subito il tecnico lusitano: pronti via e Patias devia in porta il missile di Wilhelm. Si esalta anche Casalone con una gran parata su Bertoni. Al 9’ il mancino da fuori di Cavinato punisce i Lupi visibilmente confusi. Propedeutico il time-out di Colini dopo il quale gli ospiti tornano subito in partita e accorciano con Bertoni (11’). Nel giro di 60” però il gol “alla Inzaghi” di Patias riporta a +2 gli Oranges. L’Asti gioca meglio ma paga troppe distrazioni difensive, Honorio ne sfrutta una (17’) per bucare Casalone. Il gol del 4-2 è chiaramente figlio di uno dei mille schemi da calcio piazzato di Polido, la Luparense abbocca e Lima manda comodamente in rete l’assist di Wilhelm (18’). Nella ripresa Oranges e arbitri rimangono negli spogliatoi, il diagonale semplice ma vincente di Waltinho al 3’ raggela il PalaSanQuirico. L’incubo “Marca bis” si materializza al 7’ con Novak che tocca un corner teso e spiazza Casalone. Frenata dalla paura e dalla difesa dei Lupi, l’Asti del primo tempo si scioglie. Serve una giocata del capitano campione d’Europa per scuotere l’ambiente: “veronica” sul marcatore e palla a fil di palo. La rete del 5-4 di Lima fa tremare i muri del palazzetto, il pubblico si riaccende pensando già a Gara 3. Sembrerebbe fatta perché gli Oranges tengono anche quando entra Taborda come quinto di movimento, ma al 19’08” Manzione è l’unico a vedere (e fischiare) il tocco in area di Vampeta su Ercolessi. Dal dischetto Merlim mostra quella freddezza mancata a Patias la scorsa stagione e trasforma il penalty. Con tre miracoli Putano cancella ogni speranza, sulla sirena Merlim non infierisce appoggiando il tiro libero. Ancora una volta l’Asti vede festeggiare altri in casa propria abbandonando la corsa sul più bello. Marco Marchesi