Sipario chiuso sulla corsa storica dl Palio di Asti 2016. Una vigilia ad alta tensione sulla possibilità di fare correre i cavalli purosangue o mezzosangue. Dopo una finale avvincente, carica di capovolgimenti, è il Comune di Nizza a vincere, grazie al fantino Giovanni Atzeni: “Sono felicissimo. Dedico questa vittoria a chi da anni ha creduto in me. In questo momento non ho parole per dire quanto sono contento.” Un Palio di Asti rinnovato nel mortaretto elettronico, nella presidenza della commissione tecnica con Andrea Marchisio, nel capitano con Michele Gandolfo, ma soprattutto nel delicato compito di mossiere. Debuttava ad Asti il pluricampione di pentathlon Daniele Masala. La sua prova è da definirsi superata a pieni voti. Ecco i suoi commenti e le sue impressioni. Come ha vissuto la sua prima “mossa” al Palio di Asti? “In maniera positiva. Il Palio di Asti è una grandissima e bellissima manifestazione culturale e storica. C’è solo da limare qualche tempo morto, ma l’amministrazione saprà ovviare a queste piccole carenze. Comunque nel complesso, organizzata bene. Bravissimi gli astigiani. Sono rimasto molto impressionato da tutto.” A mente fredda, ci sono decisioni che avrebbe, oppure no, effettuato? “No. devo dire che ripensando alle mosse, si sono svolte come dovevano andare. Non avrei fatto niente di più o niente di meno. Ovviamente quello che dico sempre è che, in ogni Palio, la mossa è sempre fine a se stessa. Non c’è uno standard preciso. In questa occasione è andata come volevo.” I fantini hanno aiutato il compito del mossiere? “Alla fine dei conti sono stati bravi. Chiaro che i fantini devono giocare le loro carte, hanno da assolvere a dei compiti, gli accordi che prendono con i rettori. Chiaro che in taluni casi ho dovuto impormi, ma quando hanno capito come la pensavo, sono stati dei bravi professionisti. Mi complimento con loro, hanno fatto bene il proprio mestiere”. L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 23 settembre. G.P.