L’emergenza Coronavirus si è fatta via via più pressante e di pari passo l’utilizzo di Internet da parte dei piemontesi è cresciuto del 20% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 50% rispetto al mese di gennaio. I dati sono contenuti in una ricerca del consorzio Top-IX commissionata dall’assessore regionale ai Servizi digitali, Matteo Marnati: Google è arrivato a +45%, Facebook a +42%. In aumento anche l’utilizzo di Netflix e delle piattaforme di svago, mentre per la scuola si stanno attivando piattaforme di e-learning e il mondo del lavoro sta mettendo a punto, ove possibile, sistemi di smart working per dare continuità in sicurezza al business.

Anche ad Asti sono diverse le aziende che hanno iniziato a implementare sistemi di telelavoro. Marco Novelli, tra i soci di DataGo, società astigiana che dal 2001 segue la fornitura di servizi informatici di alto livello per la media impresa (350 clienti, 50 dei quali nella nostra provincia), ci racconta cosa sta succedendo nel suo campo.

Che impatto ha avuto un’emergenza come il Coronavirus sulla vostra struttura?

“Noi siamo una azienda del settore IT che si rivolge principalmente alla Media Impresa, eravamo già abituati a lavorare in remoto dall’ufficio verso clienti su tutto il territorio Piemonte: il Coronavirus per noi non ha cambiato di molto le abitudini. Abbiamo bloccato tutte le trasferte fuori dal comune di Asti e ci siamo riorganizzati per vendere più PC portatili e soluzioni cloud ai nostri clienti”.

Che tipo di lavoro state svolgendo in questa situazione per le aziende? Quanti erano pronti, quanti si stanno adeguando?

“Stiamo implementando soluzioni VPN (Virtual Private Network, servono a creare connessioni sicure verso la rete aziendale da internet pubblico N.d.R.) e di videoconferenza per permettere alle aziende di fare smart working. Le piccole imprese, che sono la maggioranza di quelle italiane, non erano pronte e siamo in affanno per permettere l’operatività da remoto. Una grande mano ci viene da alcune soluzioni cloud che spingiamo da anni e adesso si rivelano fondamentali per l’utilizzo di email e documenti al di fuori della sede aziendale”.

Come pensate possano reggere le infrastrutture informatiche in questo momento?

“Non prevedo criticità particolari nelle infrastrutture informatiche esistenti. Quello che manca al momento è la disponibilità di PC portatili e sistemi di videoconferenza: sono per la maggior parte esauriti perché la Cina ha rallentato la produzione già da diverse settimane prima che il virus arrivasse da noi”.