Si è svolto mercoledì 18 e giovedì 19 settembre il corso di formazione per insegnanti dal titolo Per discutere di Auschwitz: conoscere la storia per trasmetterne la memoria, organizzato dall’Associazione cultuale RectoVerso di Torino, dal Memorial Shoah di Parigi, dall’Istituto della Resistenza di Asti in collaborazione con il polo Uni-Astiss, l’Ufficio Scolastico provinciale, la comunità Ebraica di Torino.
Due giornate intense precedute da una passeggiata tra le vie del vecchio ghetto ebraico alla ricerca dei segni ancora visibili oggi di una storia molto antica.
Durante la prima giornata i relatori del Memorial di Parigi hanno ripercorso le tappe della deportazione e dello sterminio. I due docenti intervenuti sono Pascal Zachary, docente di storia geografia e formatore, autore di libri di testo scolastici per le scuole superiori; Gerorges Bensoussan, storico e direttore della Revue d’histoire de la shoah, responsabile editoriale del Mémorial de la shoah. I temi trattati sono stati: la distruzione degli Ebrei d’Europa sotto il nazismo, le tappe della “soluzione finale”, l’eredita di Auschwitz, la shoah tragedia storica e usi politici. I relatori sono stati introdotti dal saluto del direttore Astiss, Francesco Scalfari che ha partecipato ai lavori delle due giornate.
Entrambi hanno sottolineato come la produzione notevole di studi, ricerche, eventi riguardanti la Shoah non abbia significato un’effettiva comprensione di questo evento storico che ha segnato una frattura insanabile non solo nella storia dell’umanità ma nel concetto stesso di vita umana. Pochi hanno veramente studiato quella tragedia col rigore della storia, facendone anche una riflessione politica e non solo morale sull’animo umano.
Nella seconda giornata i relatori, Diego Guzzi dell’Università di Torino, Mariacristina Colli dell’associazione Artefacta e Nicoletta Fasano di Israt sono entrati più nel merito del contesto storico italiano, ripercorrendo le tappe che hanno portato alla costruzione del mito di “italiani brava gente”.
“Il mito ha deresponsabilizzando, di fatto, il regime fascista e il collaborazionismo della Repubblica sociale italiana negli arresti e nelle deportazioni degli ebrei italiani” – è stato detto. Le leggi razziali approvate dal regime nel 1938 sono state un’emanazione assolutamente autonoma ed indipendente del governo italiano che ha costruito un proprio cammino razzista partendo dalla discriminazione e persecuzione dei cittadini neri nelle colonie italiane.
Particolarmente interessante per i risvolti locali l’analisi storica sulla vita delle famiglie ebree ad Asti, i legami degli astigiani con gli altri ebrei in Italia e in Europa, la ricerca sulle differenze tra la deportazione razziale e deportazione “politica”, viste nel contesto dell’occupazione tedesca dell’Italia.
Il corso ha visto la partecipazione di un centinaio di insegnanti provenienti da istituti superiori del Piemonte, del Lazio, della Sardegna e di altre località italiane.