Coordinamento Asti Est, l’emergenza abitativa dietro le luci delle feste
Sì siamo rompiscatole. Chiunque turbi l’atmosfera natalizia con notizie poco allegre, è considerato molesto. Pazienza, vi porteremo dalle scintillanti ‘casette’ alle meno scintillanti case popolari. Senza dimenticare chi una casa non ce l’ha proprio, brutta o bella che sia.
Pochi giorni fa si è svolto un incontro presso la sede del Comune in Piazza Catena, fortemente richiesto dal Coordinamento Asti Est, in presenza – oltre al Comune – dell’Atc. Il Comune ha invitato anche il Sunia.
Se volete potete ovviamente sentire gli altri partecipanti per sentire il loro punto di vista, noi vi portiamo il nostro e quello che abbiamo capito. Intanto, un po’ di dati che il Comune ci ha fornito e che crediamo di grande interesse.
Anno 2020
91 sfratti convalidati, 13 sfratti eseguiti, 57 situazioni di emergenza abitativa, 168 nuclei sostenuti economicamente dal Comune
Anno 2021
98 sfratti convalidati, 16 sfratti eseguiti, 78 situazioni di emergenza abitativa, 301 nuclei sostenuti economicamente dal Comune
Anno 2022
95 sfratti convalidati, 90 sfratti eseguiti, 96 situazioni di emergenza abitativa, 340 nuclei sostenuti economicamente dal Comune
Anno 2023
116 sfratti convalidati, 42 sfratti eseguiti, 98 situazioni di emergenza abitativa, 387 nuclei sostenuti economicamente dal Comune
Anno 2024
82 sfratti convalidati, 60 sfratti eseguiti, 93 situazioni di emergenza abitativa, 863 nuclei sostenuti economicamente dal Comune.
I pochi sfratti eseguiti negli anni 2020 e 2021, si devono a emergenza Covid, quando erano stati sospesi. Poi sono ripresi. L’aumento di famiglie in difficoltà economica, si deve al rincaro dell’energia degli ultimi anni. Questo è un punto delicato toccato da una delle nostre richieste (presentate a suo tempo a Comune e Atc), che qui riproponiamo:
“Il rincaro energetico ha provocato un’impennata delle bollette, è cosa nota. Molte famiglie si sono viste tagliare luce e gas, anche in presenza di bambini piccoli, di anziani o di malati. Riteniamo che i guadagni stratosferici degli enti gestori possano giustificare la pretesa di un minimo di sensibilità sociale da parte loro, senza far ricadere sempre tutti gli oneri interamente sugli enti territoriali di prossimità. RICHIESTA: protocollo (da parte degli Enti Pubblici) con enti gestori, prevedendo che, prima di tagliare un’utenza, si verifichi se la persona o famiglia non sia in carico ai Servizi Sociali, non sia assegnataria di casa popolare o comunque con difficoltà di reddito”.
Nell’incontro abbiamo chiesto che ci dettagliassero un piano di lavori per le palazzine Atc, per mettere finalmente mano a tutti i problemi che ci sono: crepe, umidità, topi, blatte, cantine e garage pieni, spaccio, persone problematiche non seguite dai Servizi Sociali e abbandonate a loro stesse, ecc.ecc.
Qui, l’Atc ha pianto miseria, cioè mancano i soldi per fare questi lavori. Si sono resi conto anche loro che, a partire dagli anni 2022/2023 e relativa impennata energetica, c’è stato un aumento delle morosità. Traduzione: bollette troppo care, quindi difficoltà a pagare affitti/spese. Atc cerca almeno di efficientare per contenere le spese energetiche, usando tutti i bonus e i fondi provenienti dai vari bandi. Ad esempio stanno cercando di ottenere dei fondi PNRR appositi per case popolari. Grazie a dei fondi regionali, riusciranno a recuperare 5 alloggi (ad Asti) vuoti e non assegnati. L’impressione è che si raschi il fondo del barile.
Atc ha poi lamentato la scomparsa della tassa Gescal a partire dal 1994. Ha perfettamente ragione. Quella era un’entrata sicura e costante, garantita da una piccolissima tassa in busta paga di cui nessuno neanche si accorgeva. Da allora i finanziamenti arrivano tempo per tempo, adesso non arrivano neanche più e Atc dà danno appunto la caccia ai vari bandi. Il problema è che questi tipi di finanziamento sono molto rigidi, i fondi sono vincolati ad un uso specifico e non possono essere destinati diversamente. Ecco perché si finisce magari per ‘efficientare’ una palazzina abbastanza a posto, e non si fa nulla su una palazzina messa peggio: perché i soldi destinati ad esempio al ‘cappotto’ possono essere usati solo per quello, non si possono adoperare per mettere i davanzali che non ci sono più o per derattizzare o altro di urgente.
Alla nostra richiesta che l’Atc subentri direttamente nella gestione dei condomini, dismettendo gli studi condominiali privati, abbiamo constatato una certa freddezza. Eppure le spese condominiali nelle palazzine sono altissime, a fronte di ben poca manutenzione. Una gestione diretta di Atc avrebbe tutte le probabilità di essere più efficiente e più economica. Forse c’è un po’ di timidezza? La paura di scontrarsi con la lobby degli amministratori condominiali?
Il Comune sembrerebbe aver accolto (almeno in parte) due richieste tra le tante presentate dal Coordinamento Asti Est, e si sarebbe impegnato a caldeggiarle presso la Regione Piemonte.
La prima richiesta tratta dell’innalzamento del limite Isee per aver accesso al Fondo Sociale. Il Fondo Sociale garantisce il pagamento di affitti e spese degli inquilini morosi incolpevoli, cioè di quelli che non pagano perché non possono, non hanno reddito sufficiente. Lo vogliamo precisare bene, per evitare equivoci: non stiamo parlando dei morosi colpevoli, di chi potrebbe pagare e non lo fa, chiaro? Attualmente, per aver accesso a questo aiuto è richiesta una soglia Isee bassissima, bisogna non superare 7.448 euro di Isee annuo, fanno 620 euro al mese, e per l’intero nucleo familiare! Ovviamente, molte famiglie restano fuori: non solo non ricevono aiuti, ma vengono considerati morosi colpevoli e rischiano la perdita dell’assegnazione cioè lo sfratto. Se il limite Isee richiesto verrà innalzato ad un livello ragionevole, sarà senz’altro una buona cosa per molte famiglie in gravi difficoltà.
L’altra richiesta riguarda quello che noi abbiamo definito ‘il condono dei poveri’, cioè una liberatoria per i debiti con Atc che alcuni inquilini non riescono più a pagare, pur con la migliore buona volontà. Il Comune non la mette giù proprio così limpida, ma vorrebbe esprimere alla Regione la “presa d’atto della modifica intervenuta nell’utenza, e quindi della difficoltà di rientrare dalle morosità da parte degli inquilini”.
Le risposte che abbiamo ricevuto non ci lasciano certo molto soddisfatti. Ci conforta vedere che sia Comune che Atc non negano le criticità che noi rappresentiamo, e come potrebbero? Noi comprendiamo le loro difficoltà ma chiediamo più coraggio. Chiediamo che Atc e Comune facciano sentire ‘in alto loco’ tutto il loro scontento e pretendano delle soluzioni strutturali. Oggi, stanno mettendo una pezza qua e una là…non basta più.
Coordinamento Asti Est