In Cattedrale un aveglia di preghiera per la pace
“La pace sia con te”. Così si apre il Messaggio di Sua Santità Leone XIV per la LIX Giornata Mondiale della Pace e così prosegue: «Questo antichissimo saluto, ancora oggi quotidiano in molte culture, la sera di Pasqua si è riempito di nuovo vigore sulle labbra di Gesù risorto. «Pace a voi» ( Gv 20,19.21) è la sua Parola che non soltanto augura, ma realizza un definitivo cambiamento in chi la accoglie e così in tutta la realtà. Per questo i successori degli Apostoli danno voce ogni giorno e in tutto il mondo alla più silenziosa rivoluzione: “La pace sia con voi!”. Fin dalla sera della mia elezione a Vescovo di Roma, ho voluto inserire il mio saluto in questo corale annuncio. E desidero ribadirlo: questa è la pace del Cristo risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente».
Una Pace da costruire con impegno diffuso con la convinzione che «possa essere questo – conclude il messaggio di papa Leone – un frutto del Giubileo della Speranza, che ha sollecitato milioni di esseri umani a riscoprirsi pellegrini e ad avviare in sé stessi quel disarmo del cuore, della mente e della vita cui Dio non tarderà a rispondere adempiendo le sue promesse».
Una Pace per cui pregare accogliendo l’invito delle Acli di Asti, dell’Azione Cattolica di Asti e della parrocchia della Cattedrale per una “veglia di preghiera per la Pace” lunedì 29 dicembre alle 18,30 nella cappella invernale della Cattedrale (navata laterale di destra prima della sacrestia, guardando l’altare centrale) con lettura e riflessioni “del” e “sul” messaggio di papa Leone XIV.
Una proposta da rilanciare con vigore perché, leggiamo ancora nel messaggio, «insieme all’azione, è più che mai necessario coltivare la preghiera, la spiritualità, il dialogo ecumenico e interreligioso come vie di pace e linguaggi dell’incontro fra tradizioni e culture. In tutto il mondo è auspicabile che «ogni comunità diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono». Oggi più che mai, infatti, occorre mostrare che la pace non è un’utopia, mediante una creatività pastorale attenta e generativa».