Lo scorso mese di ottobre i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Asti, nell’ambito di ordinario servizio di vigilanza ambientale nelle aree rurali e naturali, hanno scoperto che su di una vasta area adiacente al fiume Tanaro, nella Riserva Naturale delle Rocche di Antignano, la vegetazione spontanea era stata da poco completamente eliminata. La totalità degli alberi e degli arbusti erano stati abbattuti, molti ceppi sradicati o comunque danneggiati e nelle vicinanze si trovava un’enorme catasta di legname. Poco prima i militari avevano riscontrato alcune persone dotate di macchine operatrici forestali intente a svolgere analoghi lavori nel territorio di Revigliasco d’Asti, in area boschiva limitrofa al lago “Acqua bike”. Anche qui la totalità delle piante era stata abbattuta ed una grande catasta di legname raccontava, almeno in parte, cosa era stato asportato dal bosco (pioppi, salici, querce).

Dai rilievi tecnici successivi, eseguiti in collaborazione con personale del Parco Paleontologico Astigiano, è risultato che entrambi gli interventi hanno interessato aree demaniali nonché aree sottoposte a qualche forma di tutela ambientale: la già citata area protetta nel comune di Antignano e la cd. “Oasi del Tanaro” nel comune di Revigliasco, individuata come bene paesaggistico. Cionostante i lavori sono stati eseguiti in assenza delle dovute autorizzazioni.

I militari hanno ricostruito le responsabilità a vario titolo delle persone coinvolte nei lavori abusivi e le hanno denunciate a piede libero per violazioni alle norme di tutela dei beni paesaggistici, oltre che per danneggiamento ed invasione di terreni: il titolare di una ditta boschiva lombarda ed un suo dipendente, i quali hanno eseguito materialmente i lavori; un cittadino di Antignano, che li aveva commissionati e, di fatto, diretti. Questi, come privato cittadino, aveva preventivamente comunicato agli enti competenti interventi di lieve entità ed un esiguo prelievo di legname per solo uso familiare. Invece, una vasta area naturale per una superficie complessiva superiore ai due ettari, è stata trattata come un vero serbatoio di legname (si stima, nella sola area di Antignano, un prelievo di almeno 1.400 quintali), che ha avuto con ogni probabilità una destinazione commerciale; il tutto con potenziali danni a carico della biodiversità e possibili ripercussioni sulla sicurezza idraulica.

I militari, infine, hanno contestato sanzioni amministrative per un importo complessivo superiore ai 15.000,00 euro per violazioni alla normativa forestale regionale.