Oggi, al Centro Culturale San Secondo di via Carducci 22/2, assemblea/dibattito di Stop al Consumo di Territorio, movimento di opinione per la difesa del diritto al territorio non cementificato.

Partecipano Gino Scarsi e Alessandro Mortarino, primi firmatari del manifesto nazionale del neonato Movimento “Stop al Consumo di Territorio”, Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano, Giorgio Ferrero , ex presidente Coldiretti Piemonte, componente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e Marco Devecchi, presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano. Alla definizione dei programmi del neonato Movimento prendono parte tutti i numerosi  firmatari astigiani del “manifesto nazionale” che ispira l’attività.
“Stop al Consumo di Territorio” è un movimento di opinione per la difesa del diritto al territorio non cementificato: un percorso che si è avviato nel mese di settembre  per opera di un gruppo di cittadini e cittadine residenti in quella sorta di “macroregione” piemontese che è la zona Roero-Langhe-Monferrato (territorio che si è recentemente candidato al riconoscimento Unesco quale “patrimonio dell’umanità”).
Il passaparola spontaneo della rete web ha diffuso il testo della sua bozza di “manifesto ideologico” generando l’avvio automatico di una campagna nazionale, nata sotto i migliori auspici: in poche settimane hanno aderito oltre 3.400 persone attraverso il gruppo e la causa aperte su Facebook, oltre 1.400 persone attraverso il sito dedicato e più di 100 tra associazioni, comitati, gruppi organizzati.
L’incontro astigiano – hanno detto gli organizzatori – è particolarmente interessante per gli amministratori locali,  che potranno raccogliere la testimonianza del virtuoso sindaco di Cassinetta di Lugagnano, primo Comune d’Italia a essersi dotato di un piano regolatore a crescita zero. Nonostante la decisione di rinunciare alla monetizzazione corrente derivante dalle entrate degli oneri di urbanizzazione, questa testimonianza consentirà di scoprire che un Comune, in realtà, può farcela a garantire servizi e una buona gestione ai propri 1.800 abitanti attraverso innumerevoli altre pratiche, in pieno clima di co-gestione tra amministratori e cittadinanza partecipativa“.
Ad arricchire l’appuntamento astigiano anche una valutazione sul consumo di suolo agricolo e una analisi del “terzo bando di concorso per la promozione di interventi progettuali di qualità nel paesaggio astigiano e del Monferrato”, promosso dall’amministrazione provinciale di Asti in collaborazione con l’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano.
Quest’anno si prevede una sezione dedicata alle “buone pratiche sul paesaggio comunale”, definendo un perfetto decalogo delle possibili virtuosità: non una legge, ma un orientamento che sta ora ai cittadini e alle loro amministrazioni trasformare in una forma di opinione diffusa di cultura del territorio.