Un viaggio per riflettere, stare insieme, per vivere meglio la propria interiorità, per conoscere se stessi aprendosi all’altro. Un gruppo di trentanove ragazzi della Diocesi di Asti trascorrerà una settimana nella comunità di Taizè. Un pellegrinaggio organizzato dalla Pastorale Giovanile che difficilmente i ragazzi dimenticheranno.

Giorno quattro

Oggi e nei prossimi giorni scopriremo alcune delle varie dimensioni riguardanti la vita e la spiritualità nella comunità di Taizé.
Un aspetto importante delle giornate, riguarda i servizi. La comunità non accetta donazioni né offerte, e procede grazie all’aiuto dei giovani della settimana che offrono il loro tempo a servizio gli uni degli altri. Ognuno è impegnato in attività diverse: c’è chi si esercita con le prove canti, chi aiuta nella distribuzione dei libretti in chiesa, chi nella pulizia degli ambienti o nel servizio all’Oyak.
Davide, parrocchia di Montegrosso, e Stefano, seminarista della nostra diocesi, ci raccontano della loro esperienza con le prove dei canti.

Tra i tanti servizi che caratterizzano la giornata a Taizé, alcuni di noi partecipano ogni pomeriggio alle prove e fanno parte del coro.
Le prove sono guidate da un frère della comunità di Taizé e da un volontario: ogni giorno dalle 14:00 alle 15:00 dividono il coro nelle quattro sezioni di soprani, contralti, tenori e bassi e insegnano i canti che serviranno nelle preghiere della giornata.
La preghiera è un aspetto fondamentale per tutti i giovani che partecipano alla vita della comunità. Sono tre gli incontri quotidiani nella chiesa grande: al mattino, a mezzogiorno e alla sera. Ci siamo chiesti quale sia il senso di questo importante appuntamento e possiamo dire che la preghiera è un avvicinamento a Gesù e insieme al prossimo. L’intuizione di Taizé è di accogliere in questo spazio speciale persone di culture diverse, di altre confessioni, i più lontani che altrove non hanno una simile occasione spirituale.
Questo stile di preghiera è contraddistinto sicuramente il silenzio e dalla centralità della Parola di Dio; ma soprattutto sono fondamentali i canti. Seduti per terra e guardando tutti nella stessa direzione come un’unica famiglia che prega, ci lasciamo trasportare dalla ripetitività degli ostinati e dei canoni e siamo condotti nella meditazione dai testi brevi e dalla bellezza della polifonia. In questa preghiera semplice ognuno trova il suo posto nella comunità!
Davide e Stefano

Ieri sera abbiamo partecipato, inoltre, all’incontro con il priore Frerè Alois.
Lorenzo ci racconta di questa esperienza:
Prima del dibattito siamo stati piacevolmente introdotti da un rinfresco a base di thé alla menta e pane al burro preparate dai fratelli.
Fin da subito ci ha colpiti la semplicità e la tranquillità di Frerè Alois nei confronti dei giovani, cosa non scontata, visto che gestire piú di 3000 giovani a settimana non deve essere affatto facile oltre al fatto di doversi accollare grandi responsabilità. Ecco alcune delle domande:
– cosa ti ha spinto a diventare fratello di Taizé?
– hai sempre qualche intenzione per cui pregare?
– è possibile che un Frère decida di rinunciare?
Ciò che mi ha colpito di più è stata la sua dichiarazione finale: “Non serve percepire Dio in ogni istante della nostra vita, l’importante è essere fedeli a lui in ogni momento”.
Lorenzo Damasio

Prontissimi anche per la giornata di domani: la nostra esperienza si arricchirà grazie all’arrivo del nostro vescovo Marco che ci raggiungerà in giornata. Insieme vivremo gli ultimi giorni di questa esperienza, in modo speciale il fine settimana.

Francesca Piovan