Il commento alla Parola di domenica 21 febbraio (I domenica di Quaresima) a cura di Maria Chiara (novizia) del Monastero Cottolenghino di Pralormo.

Raccolgo il testimone dalle Sorelle che mi hanno preceduta in questo cammino e continuo con il commento al Vangelo della domenica. Immaginiamo per un momento di bere un bicchiere d’acqua: diverso sarà per noi prenderlo alla sorgente, direttamente da dove essa sgorga, oppure a qualche chilometro di distanza, dove magari è già stata incanalata e ha perso un po’ della sua freschezza originaria e del suo sapore. Così, è affascinante per noi provare a riflettere su quanto il Vangelo di domenica ci dice nella lingua in cui è stato scritto, il greco. Siamo abituati a leggere che “lo Spirito sospinse Gesù nel deserto”, ma in realtà il verbo che Marco usa per dirci questo è che “lo Spirito lo gettò”. È un verbo, se volete, che richiama qualcosa di forte, perfino violento: infatti, lo stesso verbo viene utilizzato da Marco quando Gesù, durante la sua vita pubblica, scaccerà i demoni. Credo che questo ci debba riempire il cuore di speranza. Stiamo muovendo i primi passi del tempo prezioso della Quaresima, iniziato con il mercoledì delle Ceneri, e sapere di avere accanto a noi il Signore Gesù, il Figlio di Dio, che ha conosciuto la tentazione, cui non solo questa non gli è stata risparmiata ma lo Spirito stesso ve lo ha gettato, ci può incoraggiare molto. Non siamo soli nel nostro personale cammino di lotta, di esposizione alla tentazione, ma Dio stesso è con noi.
Uno dei maggiori studiosi attuali del Nuovo Testamento, il prof. Pitta, scrive in un suo testo: “Mentre però è tentato da Satana, Gesù è con gli animali selvatici… La letteratura profetica aveva preannunciato una pacificazione cosmica, nella quale la tensione tra uomini e animali sarebbe terminata. … Con Gesù è giunta la sconfitta dell’antico tentatore e l’arrivo della pace escatologica”. Anche questo ci può confortare molto, quando viviamo un tempo di prova, magari prolungato o particolarmente crudo.
Papa Francesco, nel suo recente discorso alla Curia Romana, per gli auguri di Natale, ci ha parlato di questo momento particolare nella vita di Gesù. Il Papa ci ha ricordato l’importanza di non entrare mai in dialogo con il diavolo. “Con il diavolo mai si dialoga: Gesù o lo caccia via, o lo obbliga a manifestare il suo nome; ma con il diavolo, mai si dialoga”. Anche la nostra Madre Patrizia, in una recente edizione dei “caffè”, riferendosi a questo, ci ha comunicato l’importanza di non entrare in dialogo con i pensieri, di cui tanto si serve il tentatore proprio per portarci via dal momento presente, per scoraggiarci, per rattristarci, per toglierci la speranza. Se non lottiamo e vigiliamo, ci facciamo prendere dai pensieri, che ci portano via dal ricordo del Signore e della Sua presenza accanto a noi, anzi dentro di noi.
Sentiamoci tutti gettáti dallo Spirito nel deserto, in questo cammino che si apre davanti a noi, e lì lasciamoci incontrare o ritrovare dal Signore Gesù, sempre disposto a tenderci la mano e rialzarci.

LETTURE: Gen 9,8-15; Sl 24; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15