Il commento al Vangelo di domenica 15 giugno (Gv 16, 12-15) a cura di Floriana Filia

Questa parola ci invita al valore della pazienza, ma soprattutto a quello della fiducia.

Quante volte ci capita di non comprendere quello che accade nella nostra vita? Bello o brutto che sia ci domandiamo: <<Perché, Signore?>>. Ma forse non siamo portati a comprendere i “perché” della vita. La domanda più giusta da porsi sarebbe: <<Per chi?>>. 

Come possiamo usare le nostre esperienze, le nostre sconfitte, i nostri dolori, per fare del bene all’altro?

Perché in fondo quello a cui siamo chiamati è amare. Amare come Dio ha amato noi. E perdonare, come Lui ci perdona ogni giorno per la nostra pochezza. Perché spesso la vita ci porta a pensare di essere in un gioco a premi, in una gara a chi raggiunge per primo gli obiettivi. 

Ma la vita di ciascuno di noi è unica. E il Signore ha voluto proprio noi in questa vita, e non c’è cosa più bella del condividere e coltivare quello che si possiede affinché porti frutto. Questo forse è l’unico vero obiettivo.

E per fare questo Gesù ci invita ad affidarci allo Spirito, ci esorta ad invocarlo ogni giorno per lasciarci guidare. Perché Lui è la verità, una verità che noi potremo comprendere solo al momento giusto, quando il nostro cuore sarà pronto.

Dunque la vera bellezza sta nella forza di dire: <<Signore, guidami tu perché mi fido di te>>.