“Spiace che il Comune abbia deciso di rinunciare alla candidatura per far diventare Asti “Capitale Italiana della Cultura nel 2020″. Vi sarebbe stato il tempo di rinunciare fino al momento della presentazione del dossier, a settembre, e invece si è fatta la scelta di comodo di non provarci nemmeno. Certo la preparazione del dossier avrebbe comportato un lavoro molto impegnativo, ma la rinuncia è estremamente rischiosa, perché non è detto che negli anni successivi si possano ripetere le condizioni propizie del 2020. Nel 2018 la Capitale sarà a Palermo, nel 2019 non ci sarà l’evento perché sarà l’anno di Matera capitale mondiale, pertanto nel 2019 una Città del nord, come Asti, sarebbe stata favorita. Il rischio di attendere è quello di perdere per sempre l’opportunità. Se almeno si fosse tentata la preparazione del dossier durante l’estate si sarebbe fatto comunque un lavoro utile: quello di mettere in rete tutte le istituzioni culturali e di preparare comunque un progetto di gestione e valorizzazione della nostra offerta culturale e turistica. Si aggiunga che Asti, in vista del 2020, avrebbe potuto indicare a sostegno della candidatura gli investimenti di Vino e Cultura, effettuati con i fondi regionali ed Europei, merito che non potrà essere invocato se vi sarà troppa distanza temporale tra l’investimento e l’anno di riferimento. Il Comune, insieme  agli altri Enti, avrebbe potuto lavorare durante l’estate per tentare di preparare il Dossier e poi rinunciare a settembre se effettivamente il lavoro fosse risultato impossibile. L’auspicio è che il Comune possa ripensarci e provare ad accettare la sfida”. Angela Motta, capogruppo Pd in Consiglio comunale