“Giudice Sportivo, con somma franchezza Le comunico che non provvederò a proporre alcun gravame avverso la Sua decisione, perché, da uomo di legge, non ritengo opportuno appellare un provvedimento talmente iniquo dal considerarlo quasi paradossale, o quantomeno abnorme. Già in un precedente caso di mancata presentazione di una squadra alla premiazione, il Suo Ufficio ebbe a decidere, nel lontano 2006, di non adottare alcun tipo di provvedimento nei confronti della società e dei suoi componenti, come rinvenuto nel Com. Uff. 427 del 10/02/06, emesso a seguito della finale di Coppa Italia tra Roma e Luparense. In un altro noto precedente, ma dalla rilevanza mediatica e dagli interessi economici spropositatamente diversi, trattandosi della finale di Supercoppa di serie A di calcio, per fatti assolutamente identici, il Giudice sportivo ebbe ad adottare provvedimenti solo relativamente ai fatti di giuoco, mentre trasmise gli atti alla Procura Federale per quanto di competenza in merito alla mancata presentazione della squadra alla cerimonia di premiazione. La Procura Federale, esclusivo organo deputato a giudicare in merito, provvide alla sanzione della società e del suo Presidente, senza “accanirsi” contro capitano e dirigente accompagnatore, invocando principi di giustizia sportiva che, nella loro ratio, non sono neanche astrattamente applicabili al caso di specie. Mi sembra, se non erro, che il Codice di Giustizia Sportivo sia uguale per tutti! Mi duole rilevare come il Suo ufficio e quello della Procura federale (visto che in questa sede non mi sembra opportuno “concedere spazio” all’AIA) siano particolarmente solerti ed efficaci nel punire comportamenti posti in essere o ricollegabili alla società di cui faccio parte, quanto abili nel temporeggiare o applicare sanzioni minime quando si tratta di altre società. Tra gli esempi documentabili, risultando tutto per tabulas, possiamo annoverare le differenze tra la sanzione inflitta alla società Pescara calcio a 5 per lancio di oggetti e sputi in campo e quella inflitta all’Asti calcio a 5 per il coro, considerato altamente irriverente, “dai Colini piangi un po’”:  lancio d’oggetto e sputi 250 euro, cori ironici 700. Il listino prezzi sembra sfalsato. E con sommo interesse seguirò la vicenda del recente deferimento del nostro Presidente per le opinioni espresse sul proprio profilo facebook durante la finale di Coppa Italia, con mente freschissima se si pensa al deferimento del Sig. Colini per le affermazioni effettuate durante il time-out della passata stagione in diretta Rai, rimasto privo di alcun seguito sostanziale, nonostante l’identità dei concessi espressi. È parimenti curioso vedere come Lei abbia giudicato l’ingresso del Presidente Pietropaoli negli spogliatoi tra primo e secondo tempo dei quarti di finale di Coppa Italia. Il sommo dirigente reatino, peraltro non presente in distinta, minacciava gli arbitri del ritiro della squadra, sostenendo che la loro esistenza dipendeva dalla Sua, che gli arbitri non esisterebbero senza i Presidenti come Lui (il tutto davanti agli occhi di almeno 3 Commissari di Campo, nonché dei 4 arbitri) con un’esemplare squalifica “addirittura” fino al 23/03/16…mentre un dirigente o un capitano che nulla possono fare per impedire la dipartita dal terreno di giuoco dell’intera squadra per ordine impartito direttamente dal Presidente (come appare all’evidenza di tutti) vengono pesantemente squalificati, rispettivamente con 2 giornate e con l’inibizione fino al 30/06/16. E di episodi ce ne sarebbero altri…a proposito, anche il sequestro di Martina Franca è passato nel dimenticatoio? Mi rammarica fortemente constatare come sussistano, senza vittimismo alcuno, due pesi e due misure. Non ho mai creduto nella malafede di alcuno, ma gli ultimi fatti mi stanno facendo cambiare opinione, visto che atti di giustizialismo non portano ad una decisione equa, bensì a provvedimenti dispotici, isterici e lesivi di basilari diritti, previsti dal nostro (e da qualsiasi) ordinamento giuridico, di cui anche quello sportivo fa parte. Da giurista e da Uomo quale mi sento, mi piacerebbe ricordarLe l’importanza dell’articolo 3 della nostra bellissima Costituzione che sancisce il fondamentale principio di uguaglianza: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ecco, la Sua decisione mi fa sentire diverso, ma a questo punto la diversità mi rende forte al cospetto degli altri, se essere come gli altri vuol dire far parte di un sistema che non condivido”. Lorenzo Lombardi, vice presidente Orange Futsal