Si è svolto il 19 aprile, presso la sala convegni dell’Opera Pia Milliavacca, il Convegno dal titolo “Impresa cerca banca e trova un’impresa” organizzato dall’Unione Cristiana Dirigenti Industriali di Asti in collaborazione con Unione Industriale e Camera di Commercio di Asti. La platea, composta dagli imprenditori e dai rappresentati di diverse banche, ha ascoltato con grande interesse l’intervento di Carlo Demartini, amministratore delegato del gruppo Cassa di Risparmio di Asti, sollecitato da Paola Malabaila, presidente dell’Unione Industriale di Asti e da Renato Goria, presidente della Camera di Commercio di Asti, alla presenza di vescovo di Asti, monsignor Francesco Ravinale. L’intervento di Demartini ha illustrato la rivoluzione in corso nel sistema bancario. Il concetto di banca come impresa è del tutto nuovo per l’Italia ed è stato introdotto dalla normativa europea, con importanti ripercussioni a livello economico e sociale. Un ulteriore elemento di forte cambiamento consiste nello spostamento delle transazioni dagli sportelli fisici al web con ripercussioni sui modelli di servizio e sulla relazione con il cliente. Nel futuro ci saranno una crescente riduzione del numero di sportelli bancari e un aumento della regolamentazione. E le banche dovranno fare i conti con margini di interesse sempre più bassi. Per stare sul mercato le banche devono sapersi rinnovare, accettare nuove sfide, diversificare il business, attuare un rigido controllo dei costi, come ogni altra impresa e Banca di Asti sta accogliendo le nuove sfide in maniera rigorosa e prudente. Il governo italiano ha reso immediatamente esecutiva la direttiva BRRD alla fine dello scorso anno, gettando nel panico la popolazione italiana, totalmente impreparata. “La banca ha il dovere morale e giuridico di tutelare il risparmiatore ed è per questo che deve selezionare i propri clienti: non può e non deve concedere credito quando teme di perdere i soldi. Ha il dovere di non farlo, nel rispetto della tutela dei risparmiatori.” Con queste parole Carlo Demartini ha descritto il modo di fare banca di Cassa di Risparmio di Asti. E ha concluso “La banca è un’impresa a tutti gli effetti, anche se un’impresa particolare.” Il rapporto della banca con i propri clienti non può che essere di tipo “imprenditoriale”, e quindi di collaborazione e di partnership, improntato in un’ottica di medio-lungo termine e non di tipo opportunistico, da ambo le parti. Per puntare a costruire una relazione duratura con il cliente e per realizzare vantaggi economici reciproci. Nel suo intervento conclusivo Monsignor Francesco Ravinale ha mostrato la fiducia nell’operato della banca del territorio. – Mi sento un pesce fuor d’acqua – ha esordito – perché non sono esperto di materia economica, ma le cose fondamentali le capisco. Nelle parole degli organizzatori e del dottor Demartini ho sentito riferimenti ad atteggiamenti assolutamente essenziali quali la prudenza, la giustizia, la forza di saper valutare le situazioni e la temperanza che parla di giusto guadagno. Sono parole non tecniche che nel linguaggio ecclesiastico si chiamano le “virtù”.
Con l’Ucid per capire come cambia il sistema bancario
politica ed economia
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