Nato dall’impeto dell’onda bolognese, il gruppo “6000 Sardine” di Asti scende in piazza per il suo primo flash mob, spostandosi dalle piazze virtuali del web a quelle reali della città di Alfieri . L’appuntamento a sabato 14 dicembre alle 17,30 in piazza Medici è già stato lanciato sulla pagina Facebook alla quale hanno aderito fino ad oggi oltre 1.800 persone.
Dopo i primi passi mossi in rete, Marco Perello, creatore del gruppo 6000 Sardine Asti, ha convocato una riunione organizzativa per dare corpo all’evento. All’appello hanno risposto un primo gruppo di astigiani dalle sensibilità diverse, giovani e meno giovani, accomunati dalla volontà di mettersi in gioco per dar voce al messaggio: no agli slogan, si alla politica che cerca soluzioni ai problemi del paese.
Marco Perello, torinese, impiegato in Comdata e sindacalista, risiede ad Asti da circa un anno. La sua chiamata alla mobilitazione, ispirata dalla piazza bolognese, ha trovato terreno fertile anche nella sua nuova città.
Durante la riunione sono state messe a punto le linee di azione per partecipare insieme alla piazza delle “Sardine” di Torino, convocata per il 10 dicembre, e l’organizzazione del flash mob astigiano del 14. La questura ha già concesso i permessi per l’occupazione di piazza Medici e i preparativi per coinvolgere le sardine sono in corso. Il 10 dicembre il ritrovo è fissato per le ore 17,30 alla stazione per partire con il treno delle 17,54 per Torino. Il 14 appuntamento direttamente all’ombra della Torre Troyana in piazza Medici
“Sono soddisfatto della velocità con cui si stanno muovendo le cose – dichiara Marco Perello – il fatto che anche ad Asti ci siano persone che si riconoscono nei principi delle Sardine e che si stanno ritrovando per dimostrarli “fisicamente” scendendo in piazza, mi fa ben sperare per il futuro. Il movimento è apartitico ma assolutamente “politico”. Siamo cittadini che si riconoscono nei valori della nostra bella e sempre attuale Costituzione. Vogliamo un’Italia antifascista, antirazzista e diciamo no a tutte le forme di violenza, xenofobia, bullismo e omofobia. Siamo per un paese plurale e chiediamo alla politica, che in questi anni stenta a rendersene conto, di tornare a fare il suo mestiere: cercare soluzioni ai problemi sempre più complessi che dovremo affrontare. Con il nostro contributo, inoltre, contrastiamo la narrazione dell’odio che stava dilagando quasi senza opposizione perché non ci riconosciamo in una società incattivita, diseguale e sovranista. Vi aspettiamo tutti in piazza, il luogo dove, da sempre, le idee si incontrano e si manifestano nella migliore tradizione della democrazia”.