Ci siamo. Il conto alla rovescia che porterà alla Adunata Nazionale degli Alpini numero 89 del 13, 14 e 15 maggio ad Asti è entrato nella fase finale. Manca meno di un mese al grande evento e nella città imbandierata di Tricolore, comincia a respirarsi un’aria di attesa e di crescente e festosa curiosità. L’evento è stato presentato in una conferenza stampa affollata nel Palazzo del Comune di Asti alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e del presidente della Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero. Molti ricordano l’Adunata del 1995, quando le penne nere sfilarono tra due ali di folla che applaudiva e ringraziava per il concreto contributo che gli alpini avevo saputo dare nei giorni tragici dell’alluvione del novembre 1994. Erano stati gli alpini tra i primi a spalare fango tra la gente e con la gente. Un’azione di solidarietà vasta e organizzata che durò per mesi e valse all’Ana la cittadinanza onoraria di Asti. Gli alpini ad Asti sono dunque di casa e lo saranno anche questa volta, nell’Adunata che sarà sotto il segno dell’accoglienza, dell’ospitalità e del valore dello spirito alpino. È un’Adunata Nazionale che celebra i 155 anni dell’Unità d’Italia, i cento della Grande Guerra e i 70 della Costituzione della Repubblica italiana. Temi che saranno percorsi ed evocati nelle grandi manifestazioni collaterali organizzate in città a cominciare dalle mostre ospitate nel palazzo dell’Enofila e dedicate al ruolo della donna nella Grande Guerra, le fotografie della “naja”, il fascino del paesaggio monferrino che rientra nei territori vitivinicoli tutelati dall’Unesco. L’Adunata sarà anche l’occasione per l’affidamento agli alpini della storica torre Troyana, che con i suoi 44 metri di altezza è il più alto monumento medioevale visitabile in Piemonte. La torre è il simbolo di questa Adunata e con i suoi 199 gradini invita tutti gli alpini a una emozionante scalata per vedere dall’alto lo spettacolo di Asti e dell’Adunata. Una manifestazione dai grandi numeri, a cominciare dal record di partecipazione dei Gruppi Ana che porteranno ad Asti nei tre giorni almeno mezzo milione di persone. Un evento unico, come ha confermato don Bruno Fasani, direttore de L’Alpino: “Asti, dopo 26 anni, torna a indossare il cappello alpino. L’Adunata è un’esplosione di umanità: sono migliaia di esperienze umane che crescono nel tessuto sociale e non si possono raccontare in termini quantitativi. Questa città ha una grande opportunità turistica. Ho scoperto un turismo intelligente: chi viene è un turista aristocratico del Patrimonio Unesco. È anche un onore per l’Adunata essere ospitata ad Asti, città che ha consegnato alla storia grandi personaggi: apriamo L’Alpino di aprile con la foto di papa Francesco e l’invito “tutti ad Asti”. In poche ore abbiamo avuto 50mila like e condivisioni sui social. È un’Adunata che parte in modo benedetto”. Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino: “Sono contento che si torni a fare l’Adunata in Piemonte e ad Asti, città che ha dato i natali agli avi di papa Francesco, nati a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione. Anche parte della mia famiglia è di Portacomaro. In Piemonte tutto parla degli alpini: è una storia di impegno civile. Garantisco il massimo sostegno e l’impegno della Regione Piemonte perché Asti faccia una straordinaria figura e sia un grande momento di gioia, felicità e impegno civile. Ci vediamo ad Asti!”. Il comandante delle Truppe Alpine generale Federico Bonato: “Gli alpini hanno un grande legame con questo territorio: 15 Compagnie erano piemontesi e la Brigata Taurinense è di qui. Creeremo la Cittadella degli Alpini che è uno spaccato dei mezzi ed equipaggiamenti di cui i nostri uomini dispongono oggi. Si potrà sperimentare l’arrampicata, avremo il Genio, l’Artiglieria, gli elicotteri e il museo degli alpini che proporrà la mostra del centenario della Grande Guerra con foto e reperti. Asti sarà un’adunata spumeggiante!”. Il presidente dell’Associazione nazionale Alpini Sebastiano Favero: “Sarà una grande Adunata. Non è solo festa ma è anche festa: così come non ci sono solo diritti ma anche doveri. Primo dovere è servire gli altri e la Patria. La solidarietà è essere pronti a dare qualcosa. Interverremo in 10 scuole cittadine e nel parco dei Partigiani per dare un contributo in più e far capire ai ragazzi cos’è l’impegno e cosa vuol dire avere uomini pronti a dare agli altri. È riconfermare la nostra identità. Ho scritto due righe al presidente del Consiglio Renzi: gli ho scritto perché parlava di impegno per formare i giovani e dare loro cultura. Ho detto che la cultura da sola non basta: serve senso di appartenenza e identità, sapere chi sono e da dove vengono per farli confrontare con gli altri. Credo che sarà un’Adunata memorabile: 21 anni fa, all’altra Adunata, c’era anche mio papà Angelo che adesso è “andato avanti”. Era con me anche tra gli alpini volontari dell’alluvione. Questo cappello è un segno di continuità, fratellanza, disponibilità e solidarietà”. Il presidente dell’Associazione Ana di Asti Adriano Blengio: “Il 6 settembre 2014 pensavo: I have a dream. Avevo un sogno che si è avverato e adesso stiamo dando il massimo per fare una grande Adunata dell’accoglienza, dell’eleganza e della solidarietà. Su questi tre cardini abbiamo innestato tutti i presupporti perché questa Adunata resti nella storia, per far sentire gli ospiti ad Asti come a casa loro. Abbiamo avuto il sostegno importante di molte associazioni, in primis Coldiretti, e cercato di dare dei valori alla città delle torri: con la rivista Astigiani, apriremo la torre Troyana con i suoi 199 gradini e 44 metri d’altezza da cui si gode una stupenda visuale su Asti. Con la Protezione Civile lasceremo il nostro ricordo alla città: dalla rivalorizzazione di alcuni istituti scolastici alla solidarietà. Siamo pronti ad accogliere tutti coloro che ci vorranno essere: gli astigiani si chiederanno quando faremo un’altra Adunata. Un ricordo per Stefano Duretto e Oscar Gastaudo, grandi presidenti che hanno costruito la nostra storia”. Il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo ha aggiunto: “Asti aspetta gli alpini non solo per turismo ma perché condivide valori profondi di cui gli alpini sono portatori: in città, nelle nostre frazioni, nei paesi, troviamo sempre una lapide con l’elenco dei caduti per la Patria. Ricordo nel ’94 i giorni dell’alluvione: gli alpini diedero un contributo importante e disinteressato e aiutarono un territorio in ginocchio a risollevarsi. Certo, è un’opportunità per noi per farci conoscere: accoglieremo gli alpini a braccia aperte. Apriremo tutti i nostri palazzi storici per renderli visitabili”. Il presidente della Provincia di Asti Marco Gabusi: “Raccolgo la sfida spumeggiante in quanto sindaco di Canelli, città del Moscato e dello spumante. Ho messo a disposizione tutte le nostre strutture e dato massimo supporto a questo evento: è il giusto riconoscimento agli alpini per quanto hanno fatto per il territorio, con lo spirito di unire. Gli alpini hanno saputo evolvere la loro azione: per esempio, gli alpini di Canelli guidano le visite nelle cattedrali sotterranee, le nostre cantine storiche”.