“Non diciamolo ad alta voce, per scaramanzia, ma se continua così, ci sono tutti i presupposti per un’altra super annata”. Sintetizza così, il presidente di Coldiretti Asti (è anche viticoltore) Roberto Cabiale. Avviata la vendemmia, con pinot, chardonnay, moscato, brachetto e dolcetto e in attesa di raccogliere le uve barbera, l’annata 2016 si preannuncia molto interessante. Una vendemmia che sembra anticipata per la precocità delle ultime annate, ma che in realtà è tornata in linea con la giusta stagionalità. Il solleone di luglio e agosto, il clima settembrino ancora mite, le giuste escursioni termiche che si stanno registrando tra il giorno e la notte, stanno dando la giusta consistenza anche alle uve barbera. “In linea generale le gradazioni zuccherine sono già molto alte – sottolinea Secondo Rabbione, responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte che ha sede a San Damiano d’Asti – ma i parametri di riferimento delle “curve di maturazione” che effettuiamo giornalmente su tutto il territorio, non possono ancora essere completi. Occorrono ancora un paio di settimane con un clima favorevole e poi si potranno vendemmiare barbere di ottima qualità. Ad ogni buon conto, anche nei casi di uve precoci, le barbere si raccoglieranno presumibilmente dal 25 settembre in avanti”. “Il favorevole andamento climatico – rileva Cabiale – con precipitazioni misurate, sicuramente sta agevolando il compimento di un’annata estremamente positiva. Purtroppo su alcune aree dell’Astigiano, anche molto vocate, le grandinate hanno colpito le uve. In via generale, la nostra provincia potrebbe comunque registrare un aumento produttivo. Le giuste produzioni quantitative e la qualità che si prospetta ottima, ci inducono ad essere ottimisti anche per il mercato delle uve. Dopo il positivo andamento del mercato del vino e la sua giusta rivalutazione registrata da quest’inverno con l’annata 2015, ci aspettiamo un ulteriore incremento del valore delle uve rispetto all’anno passato”. In totale in provincia di Asti si coltivano 14.685 ettari di vigneto, circa un terzo dell’intero comparto piemontese, in gran parte si producono uve moscato e barbera, ma soprattutto con la stragrande maggioranza (13.480 ettari) di produzione a denominazioni di origine controllata. Questo vuol dire che la vocazione provinciale è sui prodotti di alta qualità. “Per questo motivo – sottolinea Cabiale – quando il mercato è sceso su valori non corrispondenti agli impegni dei viticoltori, abbiamo avviato un progetto di valorizzazione del settore vitivinicolo. Attraverso il Consorzio Terre di Qualità, i viticoltori che ottenevano dalle uve meno di 30 centesimi al chilogrammo sono stati sollecitati a procedere alla vinificazione in forma collettiva. Fin da subito molti si sono visti triplicare il valore delle uve”. Il progetto vino di Coldiretti Asti, che fra l’altro ha portato all’identificazione del brand di successo “Barbera Amica”, vedrà anche quest’anno circa 150 ettari di vigneto interessato, per un valore dell’uva di oltre un milione di euro.