Un luogo dove i bimbi figli di vittime della tratta possano imparare a giocare, interagire tra loro, convivere, rispettare le regole. E’ la “scuolina” intitolata a Maria De Benedetti e voluta e gestita dal Piam. 

Già da quattro anni in una struttura di via Giobert il Piam infatti gestisce una struttura per l’accoglienza di donne vittime di tratta che ad oggi ospita 12 ragazze e 8 minori.

E in questa esperienza è nata la necessità di creare un progetto per i più piccoli, per i bimbi fino a tre anni. E così è nata la scuolina, un luogo dove le madri possono lasciare i propri figlioletti e così avere del tempo per loro stesse e per la loro formazione. Contemporaneamente nella scuolina i piccoli possono imparare le prime regole di convivenza prima ancora che vengano inseriti nei servizi educativi del territorio. Questo è stato possibile grazie ai fondi raccolti con la campagna di raccolta fondi organizzata a Natale. Circa 8 mila euro, tra cui una cospicua donazione da parte proprio di Maria De Benedetti, in parte usati per ristrutturare e arredare lo spazio e in parte per sostenere il progetto.

Mercoledì il taglio del nastro. 

“La Scuolina è uno “nido” accogliente dedicato ai nostri bambini – dove possano giocare e imparare mentre le mamme studiano e lavorano – ed è un tassello importante dei progetti che abbiamo avviato per ripensare il mondo dell’accoglienza a misura di bambini, i cittadini di domani. Facendo ciò che non era mai stato fatto: dedicando a loro spazi, idee, personale – ha commentato Alberto Mossino, presidente del Piam -. Per sostenerli nella crescita e ridurre le disuguaglianze, aiutandoli in vista dell’inserimento scolastico, un momento spesso difficile”.

Il nido rimarrà aperto tutte le mattine e un pomeriggio grazie alle due educatrici del Piam Francesca Pia e Anna Klitzsch.

Ma l’attenzione non è rivolta solo ai più piccoli.

“Abbiamo deciso di investire anche sul rafforzamento delle capacità genitoriali – ha spiegato Francesca Pia -. In questo senso creeremo dei laboratori rivolti alle donne su come gestire il conflitto, usl rispetto delle regole, il magiare sano, non per metterci in cattedra e insegnare a delle donne a diventare buone madri ma per dare loro ulteriori strumenti di lavoro sui propri figli e per cercare di evitare i percorsi di istituzionalizzazione dei minori stessi”.

Un doppio lavoro quindi quello del Piam che si concentra su un unico obiettivo quelli di dare ai bambini, anche così piccoli, gli strumenti per diventare le migliori persone possibili.