Inaugurata ieri la rassegna di degustazioni e vendita di vino  biologico “Vinissage”. Questa undicesima edizione si tiene a Palazzo  Ottolenghi, con in programma anche dibattiti, incontri, musica e tante  golosità.  Per la provincia di Asti, che da sempre ospita la manifestazione, questo è un  anno importante. Si celebrano infatti le nozze d’argento, i 25 anni dal primo  vino biologico italiano immesso sul mercato. Era un Moscato d’Asti e  proveniva da Bubbio nella Langa dell’Astigiano, prodotto dai vigneti di  Gianfranco Torelli, pioniere del bio e vice presidente di Coldiretti Asti. “Il  primo regolamento Comunitario europeo del bio – sottolinea Torelli – è stato il  2092 del 1991 e l’annata vinicola del 1992 è stata dunque la prima a potersi  fregiare della dichiarazione in etichetta della dicitura “Vini ottenuti da uve da  agricoltura biologica”, quindi il fato ha voluto che il mio Moscato d’Asti  Docg annata 1992 fosse il primo vino biologico certificato in Italia. Sono  onorato di conservare la prima autorizzazione alla stampa di etichette  biologiche rilasciata da Agri.Bio Piemonte che porta il numero “AIB I027  T000001”. “È sicuramente un primato di rilievo e significativo per l’Astigiano – sottolinea  Roberto Cabiale, Presidente di Coldiretti Asti – ed è bello che possa essere  detenuto dalle uve Moscato d’Asti. Un vitigno che in questo momento subisce  il peso di un’immagine legata alla produzione industriale dell’Asti, ma le cui  uve, in realtà, sono da sempre prodotte con grande perizia e in quantitativi  molto limitati rispetto al rapporto con la superficie. Le uve Moscato d’Asti  Docg (e quindi anche i suoi vini) rappresentano l’eccellenza qualitativa ed è  pertanto doppiamente significativo che detengano questo primato sul  biologico”. Occhi puntati dunque oggi su Vinissage, una “rassegna – sottolinea Antonio  Ferrentino, Presidente nazionale Città del Bio – che ospita oltre un centinaio  di piccole e medie aziende vitivinicole, per altro in crescita costante insieme  alla partecipazione dei consumatori e che è giusta si tenga ad Asti”. “Vinissage – gli fa eco Torelli – per il consumatore è un momento importante  per capire, assaggiare e provare il vino bio; per i viticoltori è invece  l’occasione per fare un passo ulteriore in avanti, in quanto, purtroppo, negli  ultimi 30 anni, l’Italia ha dimezzato la superficie viticola ed occorre guardare  al futuro appoggiando le esigenze dei consumatori e del’ambiente, ossia  offrendo qualità, ecocompatibilità e legame col territorio”. Con una media di crescita annuale del 13%, i prodotti biologici fanno segnare  un primato invidiato dai mercati, ci sono però ancora troppe problematiche  legate alla distrubizione. “Il prezzo pagato dal consumatore – rileva  Ferrentino – vede un aumento del costo del biologico di 10 volte lungo la  catena di distribuzione. Molte volte quindi chi compra e consuma bio paga  caro e chi produce non guadagna nulla”.  “Speriamo vivamente – conclude Cabiale – che manifestazioni come  Vinissage possano affermarsi sempre più e far parte di un progetto rivolto  ai mercati e quindi alle attenzioni dei consumatori. Solo così la nostra  viticoltura potrà rivelarsi vincente”.