Ancora un nulla di fatto. Il bando per trovare il commissario liquidatore della Casa di Riposo Città di Asti è andato nuovamente deserto, così come accaduto la scorsa settimana. A ieri, lunedì 16 gennaio, nessuno ha presentato un curriculum per poter timonare l’ex Maina verso il suo ultimo viaggio: la chiusura.

Intanto è stata presentata anche un’interrogazione urgente rivolta al ministro della Salute a firma di Enrico Borghi (Pd).

“La chiusura della Casa di riposo Città di Asti – Maina comporta la perdita del lavoro per il personale della struttura (120 persone, collocate in mobilità e a cui vanno pagati i contributi entro la medesima data del 16 gennaio) e la ricollocazione dei 132 ospiti che saranno spostati altrove, che comporterà una situazione di gravissimo disagio e di stress per loro e per i familiari in una fase già molto difficile della vita – si legge nel documento -. Inoltre, la chiusura della Casa di riposo priverà la città e il territorio di una struttura che già era stata individuata come idonea ad accogliere il servizio di hospice:  ciò pare tanto più grave, se si considera che – alla luce delle deliberazioni della giunta regionale 16 dicembre 2022, n. 32 – 6236 e 2 luglio 2021, n. 21- 3486, recanti la ridefinizione del fabbisogno di posti hospice sul territorio regionale – nel territorio di Asti devono essere assicurati ulteriori nove posti hospice in aggiunta ai sei già presenti a Nizza Monferrato e ad uno di day hospital e, in assenza di strutture idonee, c’è il grave e concreto rischio che tale struttura sia ubicata fuori da Asti”.

Borghi aggiunge inoltre che “finora la Giunta regionale si è dimostrata assolutamente inadeguata a gestire tale situazione, non avendo predisposto alcun piano di riconversione, anche parziale, della struttura, (creando nuovi servizi da abbinare alla Rsa), lasciando altresì scadere l’autorizzazione dei 315 posti letto della Rsa e la convenzione dei 120 posti letto coperti dalla quota sanitaria”.

“La Giunta regionale non ha fatto alcun tentativo per evitare la chiusura di una struttura così importante per il territorio, che avrebbe potuto essere trasformata in un polo multiservizi sanitario e sociale, comprensivo di un servizio di hospice – scrive ancora -. Il risultato di una politica attendista e ignava è il rischio che nell’intero astigiano non ci sia un servizio di hospice per i malati terminali, costretti a dover morire lontani da casa qualora non possano permettersi cure palliative a domicilio”.

Con la sua interrogazione Borghi chiede quindi di capire “se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda adottare affinché ai cittadini del territorio di Asti sia garantita, nel rispetto della popolazione, la presenza di una casa di riposo e di un servizio di hospice, vero e proprio presidio di civiltà, facendo altresì in modo, al contempo, che al personale della Casa di riposo sia assicurata una adeguata ricollocazione professionale”.