Si prospetta un calo medio di produzione del 30-40% per la nocciola. La coltura è stata seriamente danneggiata dalle brinate primaverili ma la siccità sta facendo la sua parte favorendo la cascola anticipata del prodotto. A fare il punto sull’annata è la Cia di Asti con il suo presidente Alessandro Durando, corilicoltore a Portacomaro.

“Coltivare nocciole diventa sempre più difficile – commenta Durando – la remunerazione è penalizzata perché il criterio principe della valutazione è la resa, la quantità a dispetto della qualità. Il disciplinare dell’Igp fa acqua, ha costi elevati che non sono compensati dal valore di mercato del prodotto finale”.

Durando auspica un tavolo di filiera che affronti i problemi del settore mettendo a diretto confronto coltivatori e trasformatori: “Il mercato non può più essere gestito da pochi soggetti che decidono per tutti – rimarca il presidente della Cia astigiana – lanciamo un appello alla Camera di Commercio di Alessandria e Asti perché si faccia promotore di questa necessaria attività di concertazione. Con il repentino cambiamento climatico e le attuali dinamiche di mercato l’equilibrio economico delle aziende è fortemente a rischio. Serve una visione di medio-lungo periodo che garantisca un futuro ai tanti giovani che hanno investito in questo campo”.

Durando punta l’attenzione sui temi della formazione, della ricerca e dello sviluppo: “Alla luce del cambiamento climatico la corilicoltura richiede una sempre maggiore consapevolezza agronomica nella selezione dei terreni”, prosegue  Durando. 

Va poi affrontato seriamente il tema della carenza idrica: “I fondi del PNRR devono essere indirizzati a progetti per il recupero e lo stoccaggio delle acque piovane da utilizzare per le irrigazioni. E’ urgente intervenire su questo fronte”, conclude il presidente di Cia Asti.

Sui danni provocati dalla siccità si è mobilitata Cia Piemonte. Il presidente Gabriele Carenini ha chiesto alla Regione un supplemento straordinario di gasolio agricolo agevolato “per supportare gli agricoltori costretti ad effettuare costanti irrigazioni per salvare il salvabile”. 

Sul fronte della vendemmia le prospettive sono, al momento, ottimistiche. La raccolta delle varietà bianche base spumante (Pinot noir e Chardonnay) si concentrerà in questo fine settimana; i primi grappoli di Moscato si staccherranno invece a partire dal 3 settembre nelle zone precoci, ma il grosso della vendemmia è previsto dal 10 settembre in poi. “La sanità delle uve è buona – sottolinea il direttore Marco Pippione – buona la tenuta dell’acidità. Le notti si sono rinfrescate e l’escursione termica durante il giorno favorisce una maturazione ottimale. Rileviamo problemi di scottature da sole ma in generale si prospetta una buona annata”.

I tecnici della Cia puntano però l’attenzione sull’incremento delle malattie della vite favorite dal caldo e dalla siccità: “Assististiamo ad una grave recrudescenza della flavescenza dorata e del mal d’esca – prosegue Pippione – è urgente affrontare il problema a livello di filiera prevendendo l’adozione di varietà resistenti alle malattie. Bisogna preservare il patrimonio viticolo e nello stesso tempo limitare il più possibile l’utilizzo di trattamenti antiparassitari”.