Il nostro viaggio nel mondo culturale astigiano ci porta ad incontrare un protagonista del cinema di casa nostra, che sta affrontando questo periodo nero cercando di immaginare un futuro in cui il grande schermo possa tornare a essere protagonista.
Stiamo parlando di Giuseppe Varlotta, regista cinematografico e anche scrittore, che si intrattiene volentieri per confidarci le sue sensazioni in questo momento così surreale e confuso, e per illustrarci i suoi progetti con la consueta positività e spensieratezza.
Come sta vivendo questo terribile momento della pandemia sia da un punto di vista professionale che personale?
“Sai, non è facile spiegarti lo stato mentale e psicologico del momento in cui viviamo. Spesso mi domando: perché a noi? Un fatto che ricordo profondamente è il viaggio che feci in Cina due anni fa per un lavoro con l’Accademia di Belle Arti di Cuneo. Mi fecero girare molte città tra cui Wuhan. Vedevo moltissima gente con la mascherina e una vita frenetica che noi occidentali a confronto siamo delle “lumache dormienti”. Ebbi la sensazione che il giorno e la notte fossero un tuttuno.
Tutte le grandi città erano illuminate a giorno. Mi sembrava di vivere nel film di Blade Runner. Ritornai da quel viaggio pensando a quanto noi europei fossimo fortunati a vivere in una dimensione “normale”, senza quelle fastidiose mascherine; noi tutti sappiamo dopo due anni come è andata a finire! Ci mancherebbe, non vuole essere un accusa alla Cina, ma sicuramente dovremmo riflettere sulla nostra fragilità”.
Quali ripercussioni avrà sul mondo della cultura in generale? E quali sono le possibili soluzioni?
“Sinceramente la cultura rischia di essere penalizzata anche se sono molto fiducioso sulla nostra creatività nel metterci in gioco e trasformare ciò che oggi è negativo in una visione futura positiva. Ti faccio un esempio concreto: pensa solo a quello che sto facendo io in questo periodo. Sapendo che prima o poi usciremo da questa pandemia, sto preparando un film con tantissime persone del territorio. La storia, senza svelarti molto, è creata “ad hoc” per girarla qui da noi con attori importanti. Mi auguro di riuscire a fare investire sia a livello produttivo che di immagine più persone possibili per dare loro un contributo fondamentale per rialzarci e far conoscere al mondo intero le meraviglie territoriali e storiche di questo luogo. Chi vorrà contribuire a questo progetto, sa dove trovarmi, ma sono convinto che solo tutti insieme possiamo farcela”.
Quali sono i suoi progetti cinematografici dopo il tuo ultimo film “Oltre la nebbia?
“Questa pandemia mi ha fatto capire di “chiudere” in scrittura un progetto che mi porto dentro da molti anni, anche prima di “Oltre la nebbia”. Ora sono contentissimo dello script che è uscito. E’ una storia bellissima; una sorta di Giulietta e Romeo ai giorni nostri in un paese del Monferrato. Ovviamente per scaramanzia non mi spingo oltre. Anzi, ho detto fin troppo!”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 26 febbraio 2021

Massimo Allario