Serata dedicata al mondo di Joni Mitchell, domenica 12 giugno alle 22,30 nel cortile di Palazzo del Collegio, nell’ambito del festival Passepartout, con “A case of you: donne tra le canzoni di Joni Mitchell”.
Cantautrice canadese che ha segnato una generazione e che rappresenta la quintessenza della musica al femminile, con parole e confessioni sospese tra la ricerca di una romantica felicità e la scoperta del vero dolore, nelle quali il vissuto personale diventa Assoluto, al personaggio di Joni Mitchell daranno voce l’attrice Chiara Buratti e la cantautrice Elisa Casile su testi di Alexander Macinante. Alla chitarra Federico Zola.
Abbiamo domandato a Elisa Casile come descriverebbe questo spettacolo.
“Essenzialmente è un tributo a una grandissima cantautrice che non è mai diventata famosissima in Italia, anche se le sue canzoni le riconosci dopo poche battute, essendo state utilizzate in molti film e spot. E’ stata un’occasione anche per me per esplorarla più a fondo ed innamorarmi letteralmente del suo mondo musicale. Al pubblico offriremo un concerto-spettacolo molto intimo, un incontro di storie e canzoni. A noi emoziona davvero molto portarlo in scena”.
In scaletta alcune delle canzoni più significative del repertorio anni ‘70, da “Big yellow taxi” a “Woodstock”, passando per “River” e, ovviamente, la gemma “A case of you”: che tipo di sonorità verranno proposte?
“Totalmente acustiche. Federico e io abbiamo deciso di rimanere abbastanza fedeli agli arrangiamenti originali, senza aggiungere fronzoli, per lasciare che la semplicità e la poesia del mondo di Joni arrivino direttamente al pubblico”.
Come ti sei preparata?
“Ho ascoltato e riascoltato i suoi dischi: sono partita da un suo capolavoro “Blue” su consiglio di un amico, e poi mi sono lasciata incantare da tutti gli altri album. Mi sono lasciata trasportare dal suo romanticismo sofferto, dai suoi testi impregnati di dolore e di ricerca della felicità, dal senso di inadeguatezza cantato con una disarmante sincerità. Ho intrapreso un cammino nella sua musica e nel suo mondo e più il mio coinvolgimento aumentava e più mi sono accorta di quanto scoprissi e ritrovassi anche parte del mio”.
Marianna Natale