E’ stata denominata operazione Maga Circe l’attività investigativa condotta con successo dai carabinieri della compagnia di Alba che il 18 aprile scorso hanno arrestato in flagranza di reato con le accuse di concorso in truffa aggravata, estorsione e circonvenzione d’incapace una coppia, lei falsa maga e suo marito spacciatosi per guaritore indiano. Gli arrestati sono un’ albese di 44 anni Tiziana R.  e il coniuge, un romeno di 46 anni. A loro tre anni fa si era rivolta un’imprenditrice agricola 50enne. La donna, dopo la morte di un suo parente a cui era molto legata, era caduta in forte depressione. Aveva letto un’inserzione su un giornale locale di una sensitiva di Asti e si era rivolta a lei pensando che potesse aiutarla ad uscire dalla depressione. La sensitiva astigiana la indirizzava però da quella che riteneva essere una “specialista” del settore che riceveva ad Alba. La falsa maga la riceveva in una casa del centro storico prescrivendole un percorso a suo dire “terapeutico” (pozioni, filtri, preghiere ed amuleti) che avrebbe garantito all’imprenditrice una guarigione immediata dalla depressione nonchè benessere familiare e negli affari. Ogni volta che le due s’incontravano su appuntamento, in piazza Monsignor Grassi davanti alla sede della Curia Vescovile per non destare sospetti, la donna in cura le consegnava cospicue somme di danaro (in trance contanti tra i 500 e  i 5 mila euro) in cambio talismani preparati da uno sciamano che indossandoli avrebbero allontanato da lei le negatività. L’imprenditrice, qualche tempo dopo, aveva sulla pelle delle fastidiose eruzioni cutanee e la falsa maga gli presentava un sedicente guaritore indiano, altro non era che suo marito, il quale consegnava alla vittima del raggiro vasetti di pomata che si faceva pagare 400 euro ciascuno. Complessivamente la donna versava alla coppia oltre 100 mila euro, sempre in contanti, sino a non avere più danaro ed essere da loro costretta, sotto minacce di morte per lei od il marito, a consegnargli oggetti preziosi (collane d’oro, bracciali, …). Addirittura i due, paventandogli negatività imminenti per lei e i suoi familiari, le suggerivano di rubare soldi e preziosi a casa dei figli. In un caso la falsa maga la accompagnava in banca per richiedere un finanziamento che però non veniva concesso all’imprenditrice totalmente soggiogata dai due ed intimorita dalle loro continue minacce. Il figlio della donna veniva aggredito da cinque romeni mentre era in una discoteca ad Asti, probabilmente soggetti inviati dalla coppia per rendere più credibili le minacce ed in un caso si recavano anche a casa sua rubando alcuni sacchi di nocciole dal capannone di fianco all’abitazione della vittima del valore di 500euro. Alla vittima i due facevano staccare assegni firmati in bianco tratti dal suo conto corrente che tenevano in ostaggio. Se non pagava quanto richiesto li avrebbero incassati loro. In realtà, come hanno poi accertato i carabinieri, sebbene la donna pagasse regolarmente, i due incassavano ugualmente gli assegni guadagnandoci due volte. L’epilogo la sera del 18 aprile scorso quando i militari, al termine di intercettazioni telefoniche ed ambientali protrattesi per una settimana, sono intervenuti dinanzi alla sede della locale Curia Vescovile all’ennesima dazione di danaro, questa volta 500 euro in contanti, arrestando marito e moglie mentre riscuotevano i soldi. A casa dei due i militari hanno rinvenuto e sequestrato altro materiale ritenuto utile alle indagini: vari assegni bancari, carte da gioco per tarocchi, varie foto formato tessera di diverse persone probabili clienti della maga in via d’identificazione. Per la vicenda, che potrebbe avere altri strascichi poichè il giro d’affari messo in piedi dalla coppia sembrerebbe ben più ampio tanto da occuparsene con un suo servizio anche la nota trasmissione televisiva di Striscia la notiziail pm Donatella Masia ha richiesto ed ottenuto dal gip del Tribunale di Alba la convalida dell’arresto. I due sono tuttora in carcere, lui ad Alba e lei a Torino, mentre le indagini proseguono in modo serrato per risalire ad altri raggiri o ricatti simili attuati dai due arrestati con la complicità di altre tre persone, una donna e due uomini romeni pregiudicati già denunciati dai militari per gli stessi reati.