Un viaggio lento e impegnativo, su cartun (carri) trainati da cavalli. Da Torino alla Liguria, passando per le Langhe e il Roero, ripercorrendo le antiche Vie del sale attraversate dai commercianti di fine Ottocento, i Cartunè (carettieri). Dieci  giorni di percorso, suddiviso in undici tappe tra Piemonte e Liguria, per fare riscoprire in ogni paese la storia, la cultura e le tradizioni di un territorio e dei suoi abitanti.

È il Viaggio dei Cartunè, che gli eredi contemporanei, riuniti nell’Associazione I Cartunè di Castagnito (Cn), intraprenderanno da sabato 21 a lunedì 30 aprile: da Torino percorrendo le strade del sale raggiungeranno la Liguria, trasportando vini e prodotti piemontesi per scambiarli con sale e prodotti del mare. Attraverseranno i comuni di Barbaresco, Rocchetta Belbo, Cortemilia, Piana Crixia, Albisola Superiore, Montezemolo, Murazzano, Roddino, Barolo, per concludere l’avventura a Castagnito.

L’iniziativa è organizzata dall’Associazione I Cartunè, con il sostegno della Regione Piemonte – Assessorato al Turismo e della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura nell’ambito del progetto Parco Culturale Piemonte Paesaggio Umano ed è patrocinata dalla Città di Torino.

Il Viaggio dei Cartunè prenderà il via sabato 21 aprile alle ore 9,30 da Piazza Castello di Torino, dove si riuniranno i sette Cartunè (Andrea Palma, Luciano Marsaglia, Giuseppe Salerno, Luigi Berardi, Angelo Ruella, Alessandro Bagna e Ferruccio Castelli, accompagnati da amici e aiutanti): su due carri e tre cavalli raggiungeranno in serata la prima tappa, Barbaresco. Per festeggiare la partenza e augurare buon viaggio ai carrettieri saranno presenti il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, il sindaco di Torino Piero Fassino, il presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura Rolando Picchioni e il presidente dell’Associazione I Cartunè Andrea Palma. Lo scrittore Andrea Bajani leggerà il testo che ha scritto per l’occasione, accompagnato da Giorgio Li Calzi alla tromba e da Roberto Taufic alla chitarra. Agli studenti delle scuole torinesi e al pubblico in piazza, Bajani rievocherà le antiche tradizioni legate ai carrettieri, il mondo che ruotava intorno ai loro viaggi e le storie di uomini e cavalli che si incontravano nelle osterie, presso i fontanili e nelle stazioni di accoglienza e ristoro lungo il cammino verso il mare. Realtà che sono state ben testimoniate in alcuni racconti di Cesare Pavese (Vecchio Mestiere) e Beppe Fenoglio (La sposa bambina).

Nei paesi di sosta i Cartunè saranno accolti in serata dagli abitanti che festeggeranno i viaggiatori offrendo loro i prodotti enogastronomici del territorio. A Cortemilia (martedì 24 aprile) e a Murazzano (sabato 28 aprile), in mattinata, nelle rispettive piazze i Cartunè saranno salutati anche dai ragazzi delle scuole medie e superiori locali che hanno aderito al progetto Il viaggio dei Cartunè, partecipando ad attività creative e culturali per entrare in contatto con la storia e le tradizioni dei luoghi in cui vivono. Per l’occasione sarà letto il testo di Andrea Bajani.

Tutte le tappe del Viaggio dei Cartunè:
Domenica 22 aprile: da Barbaresco a Rocchetta Belbo
Lunedì 23 aprile: da Rocchetta Belbo a Cortemilia
Martedì 24 aprile: da Cortemilia a Piana Crixia
Mercoledì 25 aprile: da Piana Crixia ad Albisola Superiore
Giovedì 26 aprile: da Albisola Superiore a Montezemolo
Venerdì 27 aprile: da Montezemolo a Murazzano
Sabato 28 aprile: da Murazzano a Roddino
Domenica 29 aprile: da Roddino a Barolo
Lunedì 30 aprile: da Barolo a Castagnito

L’avventura si concluderà martedì 1 maggio in mattinata con i festeggiamenti a Castagnito per la conclusione del viaggio.

«Il “cartun” – spiega Gianfranco Carosso, presidente dell’Associazione Terre Alte, che collabora al progetto – era il carro in legno ad un solo asse, con due grandi ruote, trainato da un solo cavallo, in grado di trasportare al massimo 900 chilogrammi di merci. Le ruote erano grandi di diametro ma estremamente sottili e cerchiate di ferro […] È possibile ipotizzare che, almeno nelle Langhe, l’uso dei, “cartun” si sia diffuso solo a partire dall’epoca napoleonica, quando sono nate le strade carrettabili che ancora oggi percorriamo, e che sia praticamente scomparso a metà degli anni Cinquanta, soppiantato dal più comodo motore a scoppio. […] In questo modo è scomparso un vero patrimonio di conoscenze: scomparsi totalmente gli artigiani in grado di costruire un carro e scomparse le locande con stallaggio, oggi rimangono forse una mezza dozzina di persone in grado di condurre cavallo e “cartun” su di un tragitto impegnativo».