Tutto esaurito per Alessandro Leogrande e il suo “Naufragio. Morte nel Mediterraneo” presentato nel fine settimana alla rassegna “I mesi del giallo”. Il programma ha riservato al giornalista pugliese un doppio appuntamento: venerdì sera l’incontro, aperto a tutti, alla Casa del popolo moderato dalla giornalista Laura Nosenzo e sabato mattina la conversazione, condotta da Mario Renosio (direttore Israt), con oltre duecento studenti del Liceo Classico Alfieri e dell’Istituto Monti. Tutti i posti a sedere dell’Aula Magna del Polo Universitario sono stati occupati. Al centro la vicenda narrata nel libro: il naufragio, nel 1997, della motovedetta albanese Kater i Rades (trasportava soprattutto donne e bambini, per gran parte periti) a causa della prima azione di respingimento attuata dalla Marina militare italiana. Molto coinvolgente, il confronto con i ragazzi ha toccato momenti particolarmente toccanti con le testimonianze di due studentesse di origine albanese che hanno strappato i caldi applausi della platea e dei relatori. Anche quest’anno l’incontro con le scuole, voluto da Comunica, Israt e Polo Universitario Asti Studi Superiori, si conferma come uno degli appuntamenti più riusciti della rassegna. Mandato in archivio il secondo incontro della sezione “Giustizia NON è fatta”, sabato 20 ottobre “I mesi del giallo” proseguirà alla Casa del popolo con lo scrittore Giorgio Caponetti e il suo libro “Quando l’automobile uccise la cavalleria” (Marcos y Marcos). La conversazione, fissata per le 21 negli spazi di via Brofferio 129, sarà moderata da Nicoletta Fasano, ricercatrice Israt. Come sempre la Casa del popolo offrirà una degustazione di vino del territorio. Il volume affronta un mistero che non è mai stato svelato: le morti di Emanuele Cacherano di Bricherasio, tra i fondatori della Fiat, e di Federico Caprilli, campione equestre. Amici per la pelle, con l’obiettivo di cambiare il mondo. Caprilli è il cavaliere volante. Bello, imprudente, sensuale: fa girare la testa alle principesse. Con il sorriso sulle labbra cavalca leggero, libera la potenza del cavallo, lo guida con una carezza sul collo. E salta più in alto di chiunque altro prima. Emanuele Cacherano di Bricherasio è il conte rosso: ama il bello nell’arte, nella musica, nei motori. Sogno un progresso tecnologico che sfami il popolo, un’industria alleata delle classi lavoratrici. Finanzia una piccola fabbrica di automobili, ne sogna una più grande.E i suoi sogni sembrano realizzarsi l’11 luglio 1899, quando insieme ad altre menti fonda la Fiat nel suo palazzo torinese. Caprilli e Bricherasio si confidano progetti e segreti. Come quando Giovanni Agnelli assume il predominio in Fiat e Bricherasio si sente messo da parte, nutre strani timori. Poi Bricherasio muore all’improvviso, in circostanze oscure, mentre è ospite del duca di Genova nel castello di Agliè. Ha solo 35 anni. La sorella Sofia, disperata, si appoggia all’amico Caprilli, gli affida le carte del fratello. E tre anni dopo anche Caprilli muore all’improvviso, cadendo da cavallo per le vie di Torino, una sera d’inverno all’imbrunire. Ha solo 39 anni. Il mistero delle loro morti non è mai stato svelato. Caponetti è alla sua prima esperienza di scrittore dopo aver lavorato nel campo pubblicitario (ha firmato campagne importanti, curando sceneggiatura e regia di molti spot) ed essere successivamente passato a dedicarsi a tempo pieno alle proprie passioni: i cavalli (ha studiato e percorso itinerari in tutta Italia e organizza spettacoli equestri), la musica e la comunicazione in tutte le sue forme.
Mesi del giallo, arriva Giorgio Caponetti
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