palio (80)Intervista a Giovanni Spandonaro, rettore della Torretta, borgo vincitore del Palio 2013, al termine del discorso della vittoria di fronte a una marea di borghigiani festanti nella Chiesa Nostra Signora di Lourdes. Rettore, come ci si sente a vincere il Palio? E’ meraviglioso, è una grande emozione, soprattutto per chi come me ha una forte passione per questa manifestazione. È un sogno che si avvera. E la festa è ancora più grande se si ha la fortuna, come me, di essere a capo di un borgo così entusiasta, pieno di giovani e di persone che si danno da fare tutto l’anno. La festa è di tutti E come ci si sente a vincere un’edizione segnata dal grave incidente al cavallo di Santa Maria Nuova? Desidero esprimere tutta la mia solidarietà  e quella del mio borgo a Santa Maria Nuova. So cosa può significare una tragedia di questo tipo, per chi davvero ama i nostri cavalli. Ma purtroppo è stata una fatalità. Il Palio di Asti è il più sicuro e quello in cui i cavalli vengono tutelati maggiormente e il loro benessere è al primo posto Eravate tra i favoriti fin dall’inizio. Qual è la ricetta giusta per vincere il Palio? Non so se esista una ricetta giusta. Sicuramente ciò che conta sono la fortuna, il fantino e il cavallo. Noi abbiamo fatto centro in tutto. Il nostro fantino, Gingillo, oltre che essere un ottimo professionista, è una persona splendida, con cui si è creato un feeling speciale da subito. Il cavallo, beh, lo avete visto. Non ha avuto rivali. E ne approfitto per ringraziare tutti i miei collaboratori che si sono occupati di lui. L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 20 settembre 2013. Laura Avidano