Astigiani in coda per vedere la Viglianottera e gli altri speciali abitanti del nuovo Museo Paleontologico: balene e delfini che tre milioni e mezzo di anni fa avevano trovato casa nel mare dell’Astigiano. E’ successo ieri, ben prima che si inaugurasse la mostra “Quando tra i filari… nuotavano le balene” e che, alle 18, le autorità iniziassero a parlare nel grande e affollato cortile del Michelerio. Curiosi o già affascinati dalle atmosfere fortemente evocative che la paleontologia regala, gli astigiani si sono messi pazientemente in fila (fino alle 22) per visitare i due piani dell’esposizione allestita a Palazzo del Michelerio. Richiamo principale la balena di Vigliano, quietamente fiera nei suoi eccezionali otto metri di lunghezza, affiancata dai resti fossili degli altri cetacei (balene, delfini) che la terra astigiana ha protetto per millenni prima di consegnarli in mani esperte e farli arrivare fino a noi. Ora toccherà all’Ente di Gestione delle Aree Protette Astigiane far conoscere agli abitanti del territorio la ricchezza di un patrimonio fossilifero più conosciuto a livello internazionale che in ambito locale. Non ci sarà che l’imbarazzo della scelta, passando dagli spazi chiusi della prima sezione del nuovo Museo Paleontologico a quelli aperti delle aree protette (Valle Botto costituisce da sempre la testimonianza più significativa, ma non è la sola). Si punta a giocare anche la carta turistica e all’istituzione di un biglietto unico per tutti i musei dell’Astigiano. L’Ente di Gestione intende rivestire un ruolo di primo piano per la valorizzazione di un patrimonio che assomma matrici differenti: storico-naturale, culturale, ambientale. “Il nostro personale, coordinato dal conservatore museale e paleontologo Piero Damarco – ha spiegato ieri il presidente Felice Musto nell’aprire gli interventi delle autorità che hanno preceduto l’inaugurazione – è correttamente formato e in grado di formare operatori nei rami della paleontologia e del turismo”. Accanto a Musto i rappresentanti di Regione (l’assessore Giovanna Quaglia), Comuni di Asti e Vigliano (i sindaci Fabrizio Brignolo e Emma Adorno), Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte (i dottori Paola Aurino e Alberto Crosetto), il paleontologo Giulio Pavia; fra il pubblico esponenti di altri enti (Fondazioni CRAT e CRT) e soggetti del territorio (Atc) che, insieme all’Ente di Gestione, si sono adoperati perché il nuovo Museo Paleontologico diventasse realtà. Per ora funziona la prima sezione, mentre i lavori per la ristrutturazione degli spazi sotterranei del Michelerio si concluderanno alla fine del 2014. Molto apprezzate, ieri, anche le iniziative che hanno fatto da corollario all’apertura di “Quando tra i filari… nuotavano le balene”: dalla mostra scambio di minerali e conchiglie attuali al concerto del “Trio Canola” (arpe classiche), mentre il cercatore d’alberi Tiziano Fratus, proposto da Verdeterra, ha conversato con Gianfranco Miroglio sul valore degli alberi monumentali. A poche centinaia di metri in linea d’aria, il maestoso platano di 165 anni, messo a dimora nei cento anni (1849) dalla nascita di Vittorio Alfieri. Il Museo Paleontologico è aperto al pubblico nel seguente orario: lunedì-giovedì 10-16, domenica 10-13/15-18 (chiuso il 1° novembre e sempre di venerdì e sabato). Nelle foto: il personale dell’Ente di Gestione con la Viglianottera; Tiziano Fratus e Gianfranco Miroglio
Asti, folla all’inaugurazione del Museo Paleontologico
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