“Domenica ad Asti 341 persone sono state folgorate sulla via del Partito Democratico. Lo stesso è avvenuto in molti circoli della Provincia. Apparentemente, da militanti, dovremmo rallegrarci di questo coinvolgimento dell’ultimo minuto, che inverte la rotta rispetto al calo di iscritti degli ultimi anni. E invece i democratici astigiani sono umiliati e furenti, perché molte di quelle persone ammassate per sottoscrivere una tessera sono state chiamate a raccolta da forze uguali e contrarie che, con la complicità di regole scellerate, non si sono fatte scrupoli a svilire un congresso, il momento più alto nella vita di partito, in cui si dovrebbero confrontare idee e non cordate. Molti dei neotesserati sono disoccupati, migranti, famiglie in difficoltà, gli stessi che la nostra storia politica ci impone di tutelare e che invece abbiamo scelto di sfruttare come “carne da congresso”. Tutti metodi che abbiamo già visto applicare in passato, senza che nessuno se ne assumesse mai la responsabilità. Ci chiediamo il perché di una simile prova di forza: certo, controllare la segreteria provinciale e cittadina significa risparmiarsi molte noie e possibili critiche da parte di militanti pensanti e non adepti. Ma questo obbiettivo può legittimare l’umiliazione della militanza onesta e lo sfruttamento di persone ignare? Vorremmo che i responsabili dello scempio rispondessero a questa domanda, anzitutto davanti alla loro coscienza. In queste ore tanti vorrebbero stracciare le tessere, anche tra i nostri eletti. C’è chi l’ha già fatto. Quando si scavalcano i militanti le conseguenze sono queste, mentre il partito cessa di avere un senso come luogo di partecipazione e confronto. Ma un partito reso vuoto non lo si può riempire con quelle 341 tessere. Cosa rimane, dunque, del Partito Democratico? Rimane l’iniziativa di chi non ci sta e continua a crederci, nonostante tutto, ma ha bisogno di risposte forti ed inequivocabili. Ci rivolgiamo dunque ai candidati, scavalcati dalle stesse forze che li sostenevano, perché agiscano in prima persona e contribuiscano a superare questo momento di estrema amarezza. Chiediamo a Giorgio Ferrero, Francesca Ferraris, Carlo Gentile e Luigi Sposato di non accettare l’esito falsato di questo congresso, di verificare insieme alla commissione per il congresso il rispetto del codice etico di tutti gli iscritti e condannare politicamente quanto accaduto. Perché di fronte ad una pagina indegna della nostra storia politica, non si può tacere, “perché anche se noi ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti”!” Clemente Elis Aceto, Mara Alciati, Edoardo Angelino, Aldo Bartoli, Alessandro Boano, Luca Bortot, Vincenzo Calvo, Irene Cocimano, Andrea Devecchi, Stefano Gilardi, Alberto Grande, Luca Matteja, Michele Miravalle, Enrico Panirossi, Carlo Ventura e Andrea Visconti
lettere alla redazione
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