“Se ormai, parlando di politica, la nausea mi sommerge ben oltre i capelli, mai come adesso diventa insopportabile e molesta. Se è vero che chi di tessere e primarie ferisce, è altrettanto vero che di tessere e primarie perisce. Se nell’anno del Signore 2013, siamo ancora ancorati alla logica degli iscritti ad un partito, dove una volta si usavano i nomi sulle lapidi perché non erano ancora arrivati i flussi migratori, non per dimostrare un consenso ma bensì per mere questioni economiche, e non si entra mai nel merito dei problemi che affliggono il nostro popolo, allora la fine è giunta. Se guardiamo invece alla nostra destra, la situazione è comica, se non fosse tragica. I ministri ribelli del Pdl, che hanno malamente tentato di affossare il loro Dominus, scrivono una “finanziaria” a quattro mani per poi attaccarla in toto, affermando che è un obbrobrio, una indicibile schifezza che da parte loro, non avrà mai un appoggio in sede di votazione. A destra, la logica delle tessere in qualche modo è superata, anche perché, non puoi chiedere a quei pochi superstiti addirittura di pagarne due, di due soggetti politici diversi e per di più nello stesso anno ma facenti capo allo stesso “capo”. Il sottoscritto, che facendosi violenza ha letto le bozze della finanziaria, con una semplicissima calcolatrice aveva sommato i più ed i meno, ed ha ottenuto un risultato sconfortante: le tasse aumentano almeno del 10% ! E ho scritto almeno… Peccato, che quando poi chiedi ai nostri autorevoli rappresentanti al parlamento, ti rispondono che non l’hanno letta… o meglio che fa tutto “Letta”, e che loro, alzano solo la manina a comando o si interessano solamente del settore più vicino al loro bacino di utenza elettorale. Ogni volta che mettiamo un litro di benzina nella nostra auto, versiamo un euro di tassa allo Stato, come succede in misure meno o sovente più per l’assicurazione, un kw ora di corrente, un metro cubo di gas, un etto di pasta o qualche fetta di pane. Ma paghiamo anche per un esame medico, le medicine, il possesso di un televisore, la casa, la macchina poi, più e più volte. Oltre a questo, un’attività paga circa il 57% di oneri diretti, mentre i privati, non si salvano nemmeno in banca, ove pagano il “bollo”, perché non si vuole più usare il contante in nome di una lotta all’evasione che non può essere combattuta a certi livelli perché tutelata direttamente in parlamento. Non ho sentito una mezza idea sensata per tentare di fare qualcosa di utile per noi, poveri cristi, in mezzo al nuovo rappresentante degli industriali, un certo Renzi, sostenuto da Dellavalle e Gori, ne da Vendola, in teoria sostenuto dai meno abbienti, ne da Berlusca, troppo preso dai suoi problemi legali. Ben pochi scendono al nostro livello, e se non fosse per le amicizie personali, dove artigiani di buona volontà e cittadini impegnati, mettono a rete questo loro patrimonio, sensibilizzando autorevoli esponenti regionali a raccogliere direttamente dall’utenza il grido di dolore, o ancora altri che fanno da tramite su alcuni gruppi parlamentari, (qualcuno mi dice: “ma quando ti chiamo mi cazzi sempre !”) , ben poco potremmo fare per tentare di mitigare almeno un po’ questo sfacelo. Se localmente, i partiti più grandi, sono a discutere esclusivamente da una parte, delle poltrone bancarie e dall’altra, la scelta di un segretario provinciale con annessi e connessi pasticci vari, personalmente rifuggo queste logiche, perché l’unico partito di cui abbiamo bisogno, dovrebbe chiamarsi “Buon senso & Onestà”. Non esiste ? Forse, è il momento giusto per crearne uno. Biagio Riccio, presidente Confartigianato Asti
Riccio (Confartigianato): “L’unico partito di cui abbiamo bisogno dovrebbe chiamarsi Buon senso & Onestà”
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