“Abbiamo voluto interessare più tipologie di destinatari, dagli insegnanti ai giornalisti ai comunicatori e animatori di comunità, perché l’avvento delle nuove tecnologie, specialmente dei social network, cambia il modo di comunicare, ad esempio il cercar lavoro sul web. Anche la fede, e i due ultimi papi connessi in rete ce lo dicono, può essere suscitata, detta attraverso l’uso appropriato di nuovi spazi di evangelizzazione, di cui, però, bisogna conoscere l’identità, le opportunità che offrono, senza averne paura. La “media education”aiuta proprio a sviluppare l’etica della comunicazione nella varietà di situazioni del mondo d’oggi connesso”. Ha commentato così Adriana Marchia, coordinatrice della Scuola di Alta Formazione sul territorio di Asti, in occasione della conclusione della Winter School organizzata dal MED lo scorso weekend. E’ stata proprio la comunicazione digitale, in tutte le sue forme, il filo rosso che ha coinvolto figure così eterogenee tra loro, quali insegnanti, animatori di comunità e giornalisti, per un totale di 33 relatori e 55 iscritti provenienti da tutta Italia: da Padova a Roma, da Napoli a Firenze, passando per Torino e Vercelli; sorprendente il piccolo numero di astigiani partecipanti – non più di una ventina -, vista la presenza della scuola sul loro stesso territorio. Nei tre giorni tra il 15 e il 17 si sono alternati incontri plenari, rivolti a tutti i partecipanti indistintamente, e workshop più specifici per ognuna delle professionalità coinvolte. Molti nomi noti tra i relatori intervenuti venerdì 15, come quello di don Domenico Pompili – direttore dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI – che si è espresso sul tema “Narrare la fede nell’era digitale”, Chiara Giaccardi dell’Università Cattolica di Milano, oltre allo scrittore e critico letterario Emanuele Trevi. Hanno partecipato anche la funzionaria ONU per i diritti dei minori Maria Gabriella Lay e Leonardo Becchetti, noto economista titolare di un blog su “Repubblica”, che ha parlato di economia della felicità – termine da lui coniato – in relazione ai media. I workshop, che hanno coinvolto il pomeriggio di venerdì e l’intera giornata di sabato, erano divisi per figure professionali: quelli per gli insegnanti riguardavano l’uso dei media in classe, nella didattica e nell’educazione in generale; per gli educatori si è paralato dei media nell’impresa sociale (workshop condotto dalla stessa Adriana Marchia) e nell’educazione alle professioni; dedicati ai comunicatori sociali sono stati, invece, “La media education e il dialogo con il sacro” e “Media e animazione”. Per i giornalisti, interessanti il laboratorio di giornalismo partecipativo – che prevede l’utilizzo dei media – e quello di scrittura etica, condotto da Marco Deriu, docente alla Cattolica di Brescia, nonché giornalista professionista, che basandosi sulla carta dei doveri deontologici dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti ha analizzato esempi di uso distorto della comunicazione. Sabato 16 sono intervenuti Roberto Trinchero, docente all’Università di Torino, a proposito del nuovo modo richiesto alla scuola di valutare le competenze degli allievi, e Barbara Bruschi, docente nello stesso dipartimento, per tratteggiare la figura dell’educatore 2.0. In conclusione, domenica mattina, Laura Cervi e Lidia Garcìa dell’Università Autonoma di Barcellona, seguite da Damiano Felini, docente universitario a Parma, si sono espressi riguardo all’etica del comunicatore nell’era digitale. Il prossimo appuntamento con il MED è previsto per luglio a Fiuggi, in occasione della Summer School. Monica Amendola
Una tre giorni di formazione sull’etica nella comunicazione digitale
scuola e universita
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