RENATO BIRCOLOTTISi corre il Palio di Asti. I veri protagonisti sono cavalli, fantini ma anche il mossiere. Colui che deve gestire le tre batterie e una finale. Il giudice arbitro supremo. Gli “attori” in campo non sempre, per non dire mai, sono predisposti ad aiutarlo. Il mossiere targato 2014 è il collaudatissimo Renato Bircolotti, per la dodicesima volta ad Asti. Un record forse irrangiungibile.  Evidentemente si è guadagnato questa striscia con impegno e professionalità. Alla vigilia della corsa gli abbiamo rivolto alcune domande. Dodici volte come mossiere al Palio di Asti, un vero record. Grande soddisfazione. Fa molto piacere. Un bel regalo. Vuol dire che qualcosa di buono si è fatto. C’è fiducia. Questo è molto importante per il mio lavoro. Vuol dire anche che non ho perso smalto e concentrazione. Bene così. Quali le speranze per il Palio targato 2014. Che sia un Palio bello, accattivante, che crei interesse. Per me, e per la città, che vada tutto bene. Soprattutto devono funzionare tutte le componenti che ruotano attorno a questa manifestazione: dai fantini a chi ci lavora. Un lavoro nella sua completezza. Nessuno escluso. Le modifiche al regolamento la aiuteranno? Vanno bene questi nuovi regolamenti. Si chiede un mossiere più determinato, più ferreo. Sicuramente avrò più potere. Tutto però parte dal comportamento dei fantini. Se si vuole una mossa “accellerata” non è cosa mia. Il mossiere non può decidere la tempistica. Il Palio di Asti è la corsa più difficile che esista. Comunque l’efficacia del regolamento lo sperimenterò sul campo. In quei momenti mi renderò conto se questo potere mi aiuterà o se sarà solo effimero. Una cosa è certa: cercherò di dare il meglio di me stesso. Giuseppe Pio