Giunti ormai ad una decina di giorni dall’inizio della vendemmia e dopo aver letto e visto diversi reportage che approfondiscono la situazione dei lavoratori provenienti dall’est Europa, vorrei esporre alcune considerazioni a cui raramente viene dato risalto. Il fenomeno della vendemmia riguarda qualche migliaio di famiglie nel sud Piemonte e, analizzati i numeri, è giusto dire che la maggior parte delle aziende agricole del nostro territorio operano nella legalità. Quest’anno, come comunicato, il Comune di Canelli ha contrastato il fenomeno dell’accampamento abusivo sugli spazi pubblici riuscendo a garantire, grazie ai numerosi controlli di Carabinieri, Vigili Urbani e Guardia di Finanza, decoro e sicurezza alla nostra comunità. Non vi sono infatti, come negli anni passati, accampati né nella zona industriale né in Piazza Unione Europea. Resta il nodo dello sfruttamento dei lavoratori che però purtroppo non è di competenza di un sindaco e per il quale esistono soggetti preposti che hanno iniziato operazioni importanti. A chi propone campi in cui accogliere i braccianti bisogna ricordare che questa non sembra essere la soluzione nemmeno al problema dell’accoglienza, a giudicare dai casi piemontesi; inoltre è evidente che con questa ipotesi non si sconfigge il problema del lavoro nero, anzi se ne favorisce il protrarsi. L’amministrazione Comunale di Canelli si è opposta in tutte le sedi alla creazione di un campo d’accoglienza proprio perché non solo non risolve il problema, ma perché sarebbe assurdo utilizzare soldi pubblici per alimentare una concorrenza sleale nei confronti dei nostri concittadini che non riescono più a trovare lavoro come vendemmiatori, oltre che nei confronti delle aziende che operano nel rispetto delle leggi. E’ stata invece avanzata dal sottoscritto, una contro proposta: si investano quegli stessi soldi pubblici per una task force che controlli e segua tra i filari, sin dalle 6 del mattino, tutti i vendemmiatori “a rischio” sfruttamento. Ed inoltre si incentivi, anche con contributi alle aziende agricole, l’assunzione dei disoccupati del nostro territorio. Le due azioni sarebbero sicuramente più efficaci che una semplicistica accoglienza senza regole. In ultimo, a tutti coloro che stanno cavalcando per propri fini, più o meno legittimi, questa situazione ricordiamo che generalizzando si denigra l’economia di un territorio fatto per la stragrande maggioranza di persone oneste che da anni dedicano la loro vita alle aziende agricole. Naturalmente tutta la solidarietà al giornalista Coletti per i fatti accadutigli e meritevoli di reprimenda. Marco Gabusi – sindaco di Canelli
Il presidente della Provincia Gabusi: “Stato e Regione vogliono ridurre Asti al ruolo di periferia degradata”
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