E’ stata emessa dal sindaco Fabrizio Brignolo un’ordinanza che vieta l’esercizio della prostituzione in strada sulle vie di ingresso in città e strade adiacenti. L’ordinanza colpisce anche i clienti, in quanto vieta anche la “contrattazione” delle prestazioni. Per i contravventori è prevista l’ordinaria sanzione che la legge contempla per la violazione di tutte le ordinanze “contingibili e urgenti” che i sindaci possono emettere per ragioni di sicurezza, igiene, decoro, etc.: una sanzione amministrativa da 25,00 a 500,00 euro. Il provvedimento, si legge nella motivazione dell’ordinanza, è finalizzato a fornire alle forze dell’ordine lo strumento per contrastare l’attività che oggi viene praticata soprattutto agli ingressi in Città.   Positivo il bilancio dello scorso anno “Già lo scorso anno avevo emesso un’analoga ordinanza e il grande impegno della Polizia Municipale e delle forze dell’ordine erano serviti a contenere un fenomeno che se non viene contenuto si diffonde sempre più vicine al centro città, nei pressi delle abitazioni private, con conseguente danno non solo per il decoro ma anche per l’igiene, giacché spesso vengono lasciati rifiuti che possono essere anche dannosi”. Con il periodo estivo la presenza delle ragazze aumenta e si rende indispensabile l’attività di contrasto delle forze dell’ordine. Asti all’avanguardia nel contrasto alla tratta Dalle informazioni raccolte dagli operatori sociali che operano direttamente a contatto con le ragazze,  emerge che ormai in strada ci sono quasi esclusivamente prostitute che sono vittime della tratta e dello sfruttamento. La prostituzione volontaria viene infatti oggi esercitata in altri luoghi: nei locali, negli appartamenti, ecc… Un intervento sulla prostituzione di strada significa quindi sfidare il racket che controlla il territorio. A questo dovrebbero pensare anche i clienti prima di alimentare questo fenomeno. Grazie alla collaborazione con alcune importanti realtà del terzo settore (in particolare il Piam onlus) la Città di Asti dal 2001 fa parte di “Piemonte in rete contro la tratta”: gestisce due case di protezione per le vittime che si sottraggono al racket e in questi anni ha accompagnato con successo all’autonomia oltre cento donne.