A poco meno di un mese dall’inizio dell’anno scolastico gli studenti delle scuole superiori astigiani scendono in piazza questa mattina per manifestare, con un corteo che parte da largo martiri della Liberazione (piazza Dante) alle 8.30, per fare tappa davanti alle scuole del centro cittadino e terminare in piazza San Secondo. Lo sciopero e il corteo sono organizzati dal collettivo studentesco Avamposto 129. I ragazzi protestano contro le politiche scolastiche del Governo e per la tutela del diritto allo studio, la “buona scuola” e l’alternanza scuola-lavoro, il preside “manager” e i pochi spazi decisionali. A livello nazionale la manifestazione è organizzata dall’“Unione degli studenti” con il “Link coordinamento universitario”: gli studenti chiedono una legge sul diritto allo studio da Nord a Sud, “per evitare di rimanere esclusi da un’istruzione di qualità”. Allo stesso modo ribadiscono la necessità di “una scuola democratica che non basi il suo sistema sulla valutazione punitiva e su un modello di impresa”. Gli studenti astigiani chiedono inoltre che l’accesso alla biblioteca pubblica sia gratuito (dal 14 aprile 2015 è necessario pagare 10 euro per ricevere una tessera che consente di prendere volumi in prestito e per acceder a locali e sale studio); sollecitano l’amministrazione comunale a rispettare le promesse riguardo l’attuazione della casa dello studente, di cui esistono già progetto e fondi. I rappresentanti del collettivo avevano incontrato l’assessore Marta Parodi (istruzione, università, politiche giovanili) alla fine dell’ultimo anno scolastico; Parodi aveva garantito per il progetto la somma di 100 mila euro, indicando la sede in alcuni locali di Palazzo Ottolenghi. Da quel momento è calato il silenzio sulla realizzazione della Casa dello studente. L’ultimo tema che gli studenti pongono sul tavolo è la necessità di una maggiore integrazione multiculturale (gender, disabilità). Ad oggi non vi è stata alcuna reazione da parte del ministero o del governo ma è probabile che non siano richieste bene accette. Matteo Renzi, in una dichiarazione sulle previsioni del governo contenute nel Dpef afferma: “La polemica sui numeri arriva puntuale come le occupazioni studentesche e le polemiche sul campionato”.