Le aziende in rosa rappresentano una fetta importante del tessuto imprenditoriale regionale, raggiungendo una quota del 22,5% delle imprese complessivamente registrate in Piemonte; operano prevalentemente nei settori del commercio, dell’agricoltura e dei servizi alla persona; nel 10,6% dei casi sono guidate da straniere; il 11,5% è amministrato da giovani imprenditrici: è questo l’identikit delle imprese femminili registrate in Piemonte. Nel corso del 2018, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha censito la nascita di 6.549 imprese femminili, a fronte delle 7.098 che hanno, invece, cessato la propria attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio): il saldo tra i due flussi è risultato, dunque, negativo per 549 unità , traducendosi in un tasso di crescita del -0,6%. Sebbene il dato sia del tutto analogo a quello del sistema imprenditoriale valutato nel suo complesso (-0,5%), l’imprenditoria femminile piemontese manifesta una maggiore vivacità , sia in termini di natalità (tasso del 6,7%, a fronte del 5,5% registrato per il totale delle imprese), che di mortalità (tasso del 7,3%, contro un 6,0%). La dinamica mostrata dalla componente femminile del tessuto imprenditoriale piemontese appare, inoltre, in controtendenza rispetto a quanto osservato a livello complessivo nazionale (+0,7%). “L’imprenditoria femminile riveste un ruolo fondamentale nell’economia del nostro territorio, mostrando una tenacia che sorprende da anni – commenta Vincenzo Ilotte, Presidente Unioncamere Piemonte -. Il Sistema camerale dedica un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso le Camere di commercio sono costituiti i CIF, Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, che, in collaborazione con enti pubblici e privati, si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria, promuovendo azioni per il miglioramento dell’accesso al credito per le imprese femminili, attività di formazione e indagini conoscitive per analizzare le dinamiche che caratterizzano il legame donna-impresa”. Oltre un quarto delle oltre 97mila imprese guidate da donne svolge la propria attività nel commercio, seguito – a distanza ragguardevole – dalle attività dell’agricoltura, che concentrano il 14,2% delle realtà imprenditoriali, e dalle altre attività dei servizi, in cui trovano spazio le attività dei servizi alla persona, che convogliano l’11,7% delle aziende. Quote significative di imprese femminili operano, inoltre, nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (9,7%) e in quelle immobiliari (7,6%). Valutando l’incidenza delle imprese femminili sul totale delle registrate per settore, si segnala l’importante specializzazione femminile delle altre attività dei servizi (oltre il 58% delle imprese è amministrato da donne), delle attività di alloggio e ristorazione e di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (in entrambi i comparti oltre tre imprese su dieci sono femminili). Analizzando la dinamica espressa dalle imprese “in rosa” nel corso nel 2018 emerge come, a fronte di una lieve flessione complessiva, esistano rilevanti differenze settoriali. Le imprese femminili hanno subìto una consistente contrazione nel comparto agricolo (-2,8%) e nel commercio (-2,4%). In calo, anche se in misura minore, le imprese femminili del settore delle costruzioni (-1,3%). Stabile il dato per del comparto turistico che comprende le imprese di alloggio e ristorazione (+0,3%). Una crescita modesta caratterizza sia le imprese in rosa degli altri servizi che quelle delle attività finanziarie e assicurative (+0,9% in entrambi i casi). Attività manifatturiere (+1,1%) e immobiliari (+1,2%) registrano un tasso lievemente superiore al punto percentuale. Le imprese femminili evidenziano i risultati più brillanti nei comparti delle attività professionali scientifiche e tecniche (+3,2%) e nel noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+3,9%). L’analisi per forma giuridica assunta dalle imprese femminili piemontesi segnala, rispetto al sistema imprenditoriale nel suo complesso, una maggiore concentrazione di ditte individuali, che rappresentano il 66,9% delle realtà guidate da donne, a fronte di una quota del 56,6% osservata a livello complessivo regionale. Il 18,2% delle aziende “in rosa” si è costituto nella forma di società di persone (contro il 22,9% per il totale delle imprese), il 13,1% è una società di capitale (contro un 18,2% complessivo); quasi 2 imprese su 10, infine, assumono forme giuridiche diverse dalle precedenti. Si rileva, anche per l’imprenditoria femminile piemontese, la tendenza al progressivo rafforzamento strutturale: nel 2018, infatti, la dinamica migliore spetta alle società di capitale, che registrano un tasso di crescita del 4,5%. Le società di persone scontano il risultato peggiore (-3,0%), le imprese individuali mostrano una lieve flessione (-0,8%), mentre le altre forme rivelano un tasso di sviluppo sostanzialmente piatto (-0,3%). L’analisi territoriale rivela come la componente femminile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Alessandria (23,3%) e Asti (23,0%). A Cuneo e Verbania le imprese femminili rappresentano il 22,7% delle imprese provinciali, dato analogo si rileva per Vercelli (22,6%). L’incidenza delle imprese “in rosa” scende al 22,5% a Novara e al 22,3% a Torino. Biella registra la presenza relativa minore (20,7%). Quanto alla dinamica esibita nel corso del 2018, si evidenziano variazioni seppur debolmente negative per tutte le province. I dati più critici riguardano Vercelli (-1,5%), Biella (-1,3%) e Alessandria (-1,0%). Flessioni più ridotte caratterizzano le altre realtà territoriali.
Calano dello 0,6% le imprese in rosa in Piemonte
lavoro politica ed economia
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