Sono tanti i messaggi di cordoglio “astigiani” per la morte del vignettista Giorgio Forattini che si è spento ieri a Milano a 94 anni. Forse non tutti sanno che il vignettista dal 2000 era cittadino onorario di Asti. Proprio per questo il sindaco Maurizio Rasero ha voluto mendare un messaggio a titolo personale e a nome di tutta l’amministrazione comunale.

“Giorgio Forattini è stato un protagonista della scena culturale e politica del nostro Paese e la sua opera è stata riconosciuta e apprezzata a livello nazionale e internazionale. La sua matita ha saputo raccontare con ironia e profondità i momenti più significativi della nostra storia recente, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva – ha scritto -. Il Comune di Asti, che lo ha voluto come cittadino onorario, ricorda con affetto e stima la sua figura e la sua opera, e si unisce al cordoglio delle famiglie e di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato. Che la sua memoria continui a ispirare e a far riflettere le future generazioni”.

Anche Luigi Florio, sindaco di Asti proprio nel 2000, ha voluto inviare un messaggio di cordoglio.

“Esattamente 25 anni fa, l’11 novembre 2000, Giorgio Forattini diventava cittadino onorario di Asti. Ora che se n’è andato tutti lo ricordano come il più grande, il maestro di generazioni di vignettisti, esempio insuperabile, parafrasando Cavour, di libera matita in libero Stato. Eppure quando da sindaco proposi al consiglio comunale di conferirgli l’importante riconoscimento (allora Forattini collaborava quotidianamente con “La Stampa”), l’intera minoranza capeggiata dai Ds, genitori dell’odierno Pd, contrastò fortemente l’iniziativa, accusando il celeberrimo vignettista, affermatosi sulle pagine di “Repubblica”, di avere tradito le sue originarie posizioni progressiste. Non era così; Forattini era semplicemente Forattini, campione di libertà di pensiero e di disegno, e ora che da Vauro al ministro Giuli se ne tessono le lodi senza distinzioni di schieramento, credo sia chiaro, come quel voto non unanime per Forattini cittadino onorario sia stato un immeritato dispetto all’artista che ha sempre rifiutato un ruolo organico a qualsiasi parrocchia. Tanto più che solo due anni prima, nel 1998, il consiglio aveva votato all’unanimità la cittadinanza onoraria a un altro grande, Amos Luzzatto, già consigliere comunale comunista, allora presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane. Forattini fu in ogni caso felice di quel riconoscimento, motivato con la fondamentale importanza della satira quale termometro della libertà di espressione di una comunità e dedicò all’evento una vignetta in cui si è immortalato legato alla sedia come il “concittadino” Alfieri.