Fiaccolata di fine anno per la pace nel mondo
Anche quest’anno la Rete Welocming Asti prima della fine dell’anno ha organizzato l’ormai tradizionale marcia per la pace. L’appuntamento è per martedì 30 dicembre, alle 18.
“Difficile parlare di pace in questo anno che sta finendo. Difficile, rischioso, controcorrente. I venti di guerra che hanno attraversato questi mesi, questi anni, non sembrano diminuire la loro intensità. La tregua fragile che i potenti del mondo hanno provato a calare sui corpi della popolazione palestinese, di Gaza e della Cisgiordania, non regge e laggiù si continua a morire, anche di fame, anche a causa delle condizioni meteo, dentro un girone infernale disumano – spiegano dalla Rete -. Mentre si tenta, anche in questo caso, senza invitare ai tavoli delle trattative le popolazioni dilaniate ormai da anni di grandi difficoltà, di arrivare ad una parvenza di pace in Ucraina, non si contano i numeri dei morti, dei soldati inesperti mandati sul fronte come carne da macello, delle popolazioni civili delle regioni colpite dal conflitto. Le risposte di una Europa sempre più fuori dagli snodi delle decisioni importanti, sono il riarmo e la paura, soluzioni ben lontane dallo spirito con cui gli stati del vecchio continente decisero di dar vita ad una nuova forma di Unione. Poi ci sono gli altri conflitti, le”guerre dimenticate” in Congo, in Sudan, ad Haiti, nel Myanmar, conflitti che provocano morti, carestie, fame, enormi danni climatici, emigrazioni forzate interne ai continenti e verso i paesi occidentali”.
Proprio per non girare lo sguardo “dall’altra parte” la Rete Welcoming Asti, le persone e le associazioni che ne fanno parte, hanno deciso di proporre, anche questo fine 2025 una marcia/fiaccolata della pace, in programma la sera del 30 dicembre, dalle 18. L’appuntamento è in piazza san Secondo. Un corteo silenzioso ma con alcune tappe per riflettere insieme sui conflitti, a partire dal genocidio Palestinese e, più in generale, “per riflettere sul clima di guerra che attraversa e umilia anche il nostro Paese”.
“Ci saranno le bandiere della pace, come sempre e, ancora, la speranza di una inversione di rotta, di un nuovo cammino verso una comunità che deve tornare ad essere accogliente, disarmata, generativa di futuro, soprattutto per le nuove generazioni, le più toccate, oggi, dalle scelte dei potentati mondiali, le più fragili, le più inquiete”, concludono.