Tre domande a… Stefano Masino
Il cantore delle gesta astigiane Stefano Masino anche quest’anno ci offre la lettura della sua ultima fatica letteraria, “Racconti Astigiani 3” (Ed. De Ferrari, 23 euro), in vendita nelle librerie della nostra città e all’edicola di piazza Alfieri, oltre che in omaggio ai nostri nuovi abbonati. Si tratta di una vera strenna natalizia.
“Racconti Astigiani” volume tre è l’ottava pubblicazione che Masino realizza in sette anni: un vero atto d’amore verso la sua città natale. Tra personaggi e ambientazioni il lettore trova una miniera di aneddoti e curiosità. La ricerca storica resta rigorosa e dettagliata ma il taglio giornalistico la rende scorrevole e coinvolgente per lettori di ogni tipo. Ne parliamo direttamente con lui in questa piacevole intervista.
Qual è il filo conduttore di “Racconti Astigiani 3” e qual è collegamento con i due precedenti volumi?
“Come i primi due libri pubblicati dall’editore De Ferrari di Genova “Racconti Astigiani 3”, che è una trilogia dentro otto opere (gli altri titoli sono Segreti di Asti, Trilogia Astigiana, Asti noir e Zibaldone Astigiano), è la perfetta fusione di materiale di archivio e lavori più recenti con l’obiettivo, spero riuscito, di lasciare una traccia di studio per chi si accingesse, semplice appassionato e curioso o storiografo di professione che sia, ad approfondire una lettura storica di base per passare in seguito a studi più scientifici. D’altra parte, come nei precedenti, gli argomenti veleggiano tra diversi periodi storici, dal romano al medievale, dall’Ottocento, con incursioni sino ai giorni nostri”.
Quali tra gli episodi ritiene intrigante e quale personaggio tra i tanti rimarrà nella mente dei lettori?
“Ne cito due, uno maschile e uno femminile, che aprono il volume: Pilade Bussolino (1900-1924), terzino dell’Asti, cui venne dedicato il primo stadio cittadino (sorgeva al Fortino, nell’area degli Sbocchi Nord); e Maria Tartaglino (1887-1944), la mistica astigiana, cui quest’anno, il 2025, la Compagnia del Cenacolo di Asti ha dedicato uno spettacolo teatrale davvero emozionante e suggestivo. Una sceneggiatura perfetta per un docufilm. Entrambi, Bussolino e Tartaglino, sono sepolti nel cimitero urbano di Asti. Non solo loro. Cercando Pilade Bussolino, siamo andati alla ricerca dei campioni di football degli anni Venti che formarono la mitica Unione calciatori Astigiani (Uca), dal capitano Ernesto Lucotti al portiere Felice Bona. E parlando di portieri, non potevamo dimenticarci e deporre un fiore a Censin Bosia, che vinse due scudetti con il Torino e a cui è dedicato l’attuale stadio in via Ugo Foscolo”.
Il libro racconta anche il passaggio di consegne tra papa Francesco e Leone XIV, da un Gesuita a un Agostiniano.
“Non poteva che essere così. Se volgiamo noi astigiani lo sguardo indietro a questo ultimo decennio, cosa è stata la nostra vita dal 2013 al 2025? Siamo stati completamente assorbiti e rapiti dalle gesta del ‘Papa Astigiano’. Racconti Astigiani volume 3 è dedicato proprio a loro, Francesco e Leone, due pontefici nella modernità, entrambi schierati, senza se e senza ma, dalla parte della pace. Quanto a Leone XIV, il libro è anche un omaggio e la riscoperta di Leone XIII, autore della “Rerum Novarum”, una delle encicliche più celebrate di fine Ottocento, che fu un faro e seppe indirizzare il mondo del lavoro dopo la Rivoluzione industriale. Papa Prevost ha voluto attualizzarla nel contesto delle sfide future, in primis l’intelligenza artificiale”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 19 dicembre 2025.
Massimo Allario