Meditando la Parola: Fiducia
Il commento al Vangelo del 21 dicembre, quarta domenica di Avvento (Mt 11,18-24 ) a cura di Davide Tiri
Il brano di Vangelo che ci viene proposto nella IV domenica di Quaresima si trova all’inizio del Testo scritto da San Matteo e ci parla di due episodi: il ripudio segreto nei confronti di Maria da parte di Giuseppe e la sua chiamata alla protezione di Gesù. Due aspetti, pertanto, ci colpiscono e vogliamo mettere in risalto.
Il primo riguarda la nostra morale: Giuseppe di fronte al concepimento verginale di Gesù si trova spiazzato e turbato (chi non lo sarebbe?). Ma è un uomo buono e giusto: la Legge mosaica prevede la lapidazione per coloro che si sono macchiati di adulterio, ma Giuseppe, con un atto di carità, pensa di ripudiare in segreto la sua promessa sposa per salvarla dalla morte.
Ciò ci pone un interrogativo morale importante su cui sarebbe bene pregare: è giusto rispettare (e far rispettare) leggi che sono contrarie alla morale e all’umanità? Il detto: «Dura lex, sed lex» («Legge dura, ma pur sempre legge») è sempre vero e applicabile?
Il secondo aspetto fa riferimento alla chiamata di San Giuseppe come padre putativo: egli sa di non essere legato a Gesù attraverso vincoli di sangue o familiari, ma lo custodisce, lo educa e, sopratutto, lo ama. La sua vocazione è quella di preservare quel Sangue versato sulla Croce che salverà l’intera famiglia umana: questo è il vero legame di Sangue che ci unisce a Cristo come sua Chiesa, su cui veglia ancora oggi e costantemente lo sguardo amorevole di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale.