Nel carcere di Asti-Quarto, finita momentaneamente l’agitazione del detenuti caratterizzata da scioperi della fame e della sete, è iniziata quella della polizia carceraria.
La pace è ancora lontana, perché l’emergenza è sempre all’ordine del giorno nella casa di pena costruita all’inizio degli anni novanta come carcere modello, capace di ospitare 150 reclusi: da qualche anno è sempre superaffollato con 300 detenuti.
Sabato il direttore Domenico Minervini ha assicurato alla delegazione di reclusi, ricevuta nel suo ufficio, il suo interessamento presso i vertici delle istituzioni per ridurre l’affollamento e migliorare i servizi igienici. Però, la possibilità di mettere in pratica le richieste, secondo i sindacati di polizia, rappresenterebbero solo un sogno.
Oggi, la UIL “Pubblica Amministrazione – Penitenziari” in un comunicato a firma del segretario provinciale Orazio Malatesta scrive: “I problemi sono palesi e il convincimento generalizzato è che non si possono risolvere in tempi brevi”. Di conseguenza sono previste nuove agitazioni sia dei reclusi che del personale di sorveglianza.