Nei giorni scorsi militari della Stazione Carabinieri Forestale di Nizza Monferrato, assieme ai veterinari dell’Asl di Asti, sono intervenuti per verificare una situazione di particolare concentramento di cinghiali in località Santa Caterina di Rocca d’Arazzo.
All’interno di un’area boschiva cintata di circa 7 ettari, un pensionato settantenne deteneva una sessantina di animali, che i veterinari hanno identificato come “porcastri”, cioè ibridi tra suini domestici e cinghiali, frammisti a cinghiali puri ed a qualche maialino vietnamita. Erano stati alcuni cittadini a segnalare la situazione, allarmati dalla presenza di animali vaganti tra le vicine abitazioni, negli ultimi tempi diventati sempre più numerosi.

I militari hanno accertato che l’uomo era titolare di allevamento di pochi capi di maialini, regolarmente autorizzato per l’autoconsumo. Tuttavia, un perimetro così esteso della recinzione ha reso difficilmente controllabile la situazione, tanto che l’ingresso di cinghiali all’interno dell’allevamento e l’ibridazione tra esemplari domestici e selvatici hanno portato nel tempo ad un aumento incontrollato del numero di capi, fino al “sovraffollamento” attuale. L’uomo non ha mai segnalato quanto stava avvenendo alle autorità competenti ed anzi ha continuato a foraggiare gli animali, ritrovandosi di fatto in una situazione che, per essere legale, avrebbe dovuto essere autorizzata. È stato dunque denunciato dai militari per la detenzione di animali “pericolosi”, perché tali sono considerati i cinghiali dalla legge a meno che non si tratti di allevamenti regolarmente autorizzati dalla Provincia per scopi alimentari e sottoposti ai conseguenti controlli. Al momento tutti gli esemplari rinvenuti sono stati posti sotto sequestro.
Al pensionato saranno altresì contestate sanzioni ammistrative per un totale di circa cinquemila euro per irregolarità nella compilazione e detenzione dei registri dell’allevamento autorizzato.