Il finanziamento di 45.501euro da poco ottenuto grazie alla Regione Piemonte ci dà l’occasione per approfondire più nel dettaglio il tema del sistema di videosorveglianza cittadino, le sue telecamere utilizzate, la relativa tecnologia e tutto ciò che è necessario per posizionare una telecamera.

Innanzitutto partiamo dal nuovo lotto appena finanziato.

Si tratta di 4 zone della città che il Comune ha deciso di videosorvegliare per diversi motivi.

“Fin dall’insediamento della nostra amministrazione, ci eravamo posti l’obiettivo di porre sotto l’occhio delle telecamere cittadine due punti “sensibili” della città: il Tribunale di Asti e l’Ospedale Cardinal Massaia. Il primo luogo è stato inserito in un progetto presentato dal Comune e finanziato dal Ministero dell’Interno, insieme ad altri luoghi importanti come C.so Matteotti e C.so Volta, per un totale di 200mila euro (180mila euro finanziati dallo Stato, 20mila eurodal Comune di Asti). Tale progetto inoltre prevede anche la cifra del contratto di manutenzione per 36 mesi”, spiegano dal Comune

Per quanto riguarda l’Ospedale di Asti, invece, durante i mesi giugno-ottobre 2020 è stato predisposto un progetto che prevedeva l’installazione di telecamere nei parcheggi e nelle vie limitrofe al Cardinal Massaia, il Viale alla Vittoria, in corso Gramsci e in corso Felice Cavallotti. Il tutto avrebbe realizzato un importo totale di 235mila euro, 33mila euro finanziati dal Comune mentre per la restante parte si è chiesto il cofinanziamento da parte del Ministero dell’Interno.

“Per la predisposizione del bando, però, il Comune si trovava in una situazione di forte svantaggio rispetto agli altri Enti che avevano predisposto un progetto di videosorveglianza – spiegano ancora -: il bando prevedeva innanzitutto un maggior punteggio per i Comuni che erano o erano stati in dissesto finanziario (situazione in cui il Comune di Asti, fortunatamente, non si trova). Già su questo criterio di assegnazione dei punteggi ci si potrebbe dilungare: un Comune “spendaccione”, che in passato è stato ben poco parsimonioso nelle proprie spese, si trova, fin dalla partenza, in una posizione di vantaggio rispetto a chi – come il nostro Comune – nel corso degli anni è sempre stato accorto a non creare situazione di sofferenza per il proprio bilancio economico-finanziario”.

Altri criteri che assegnavano un maggior punteggio ai Comuni partecipanti erano essere piccoli o piccolissimi Comuni – su questo criterio ad Asti sono stati assegnati 0 punti – e il non aver ricevuto in precedenza altri finanziamenti da parte dello Stato per progetti di videosorveglianza– anche in questo caso 0 punti, visto il precedente progetto finanziato.

In sintesi il progetto non ha visto il finanziamento da parte del Ministero.

Il lavoro predisposto dagli uffici, però, ha permesso di avere un progetto già abbastanza definito in alcune sue parti in caso di pubblicazione di un ulteriore bando o di finanziamento da parte di altri Enti.

E così è avvenuto. La Regione Piemonte ha finanziato tutti i capoluoghi di Provincia per spese relative all’installazione di sistemi di videosorveglianza o l’acquisto di bodycam per la Polizia Municipale, assegnando al Comune di Asti la cifra di 45.501 euro.

“Come amministrazione, viste le notevoli richieste pervenute dai cittadini per il posizionamento di nuove telecamere in città, abbiamo deciso di dare priorità all’ampliamento del sistema di videosorveglianza partendo proprio dal progetto che avevamo “nel cassetto” – continuano -. Così facendo abbiamo deciso di installare due telecamere di contesto nel parcheggio superiore dell’ospedale, per una maggiore sicurezza di chi lavora e di chi fruisce quella struttura. In particolare queste telecamere sono il non plus ultra che si può trovare sul mercato, avendo 4 ottiche che contemporaneamente inquadrano a 360° l’area sotto cui è posta la telecamera. In poche parole è come se nel parcheggio superiore del Cardinal Massaia mettessimo otto telecamere”

E aggiungono: “Per le restanti telecamere abbiamo deciso di dare una risposta ai vari cittadini e commercianti che ci chiedevano un controllo di Piazza alla Vittoria, essendo presente anche una scuola elementare. Collocheremo così in Piazza alla Vittoria una telecamera di lettura targhe (dotata di una piccola ottica di contesto ristretto) per controllare tutte le macchine che transitano in quell’area. Allo stesso tempo integreremo questa telecamera con un’ulteriore ottica di contesto allargato in modo da aver la visione di ciò che avviene in tutta quell’area, che sia un sinistro stradale o un semplice transito di una persona a piedi che risulta essere ricercata per indagini di Polizia Giudiziaria”.

Analogamente verrà fatto anche per l’incrocio tra Via F.lli Rosselli e corso Gramsci, intersezione fortemente trafficata e spesso soggetta a sinistri stradali: “Collocheremo una telecamera lettura targhe (dotata di un’ottica di contesto ristretto) a cui verrà integrata una telecamera di contesto ad ottica allargata, così da inquadrare la più ampia porzione possibile dell’area soggetta alle riprese”.

Quest’ultima telecamera avrà però una particolarità, che è una novità per il Comune di Asti: “Infatti, per quanto riguarda il collegamento dati per la trasmissione delle immagini, la telecamera non sarà collegata alla rete di fibra ottica comunale bensì utilizzeremo la rete di telefonia mobile 4G (con scheda SIM) per l’accesso da remoto alla TLC e l’installazione del sistema di registrazione video “a bordo”. Questa tecnologia sarà la stessa che utilizzeremo per la realizzazione del nostro progetto del Recovery Plan denominato “100 telecamere per 100 strade” il cui costo stimato è quantificabile in 1.500.000 euro”, precisano ancora.

Tornando al lotto finanziato dalla Regione Piemonte e la loro spesa, bisogna tenere in considerazione non solo il collocamento in sé delle telecamere (come illustrato in precedenza, trattasi non di una sola telecamere per zona,bensì di varie telecamere e varie ottiche), ma anche i costi di realizzazione dell’impianto elettrico – indispensabile per alimentare una qualunque telecamera – spese per il collegamento di fibra ottica, costi del progettista e IVA. In più abbiamo fatto rientrare nel finanziamento anche i costi del contratto di manutenzione per 72 mesi..

“L’occasione ci permette anche di spiegare più nel dettaglio le difficoltà che molte volte si riscontra nel poter (o meno) collocare delle telecamere – aggiungono ancora -. Innanzitutto è utile premettere che tutte le telecamere del sistema di videosorveglianza cittadino sono “in rete” con tutte le FFOO presenti sul territorio, che dalle proprie sale operative possono vedere e comandare da remoto ogni telecamera presente in città. Le immagini, pertanto, vengono utilizzate anche (se non soprattutto) per fini investigativi di Polizia Giudiziaria, le cui risultanze sfociano ripetutamente in indagini che vedono coinvolte varie Procure della Repubblica e vari Tribunali che possono essere interessati. Pertanto al sistema di videosorveglianza si deve garantire performance ottimali sia dal punto di vista della manutenzione, sia che la qualità dell’immagine sia ottimale”.

“Riguardo la manutenzione occorre ricordare che all’insediamento di questa Amministrazione Comunale, molte telecamere non erano funzionanti e notevoli erano le lamentele che gli operatori ponevano al Comune (oltre alla più che criticabile opportunità di aver posizionato telecamere senza poi provvedere al loro regolare funzionamento) – continuano -. La qualità dell’immagine, invece, viene garantita dall’allacciamento all’anello di fibra ottica comunale (da non confondersi con quello delle varie società del settore), che permette un’ineccepibile garanzia di risultato nell’immagine visionata (al netto della telecamera utilizzata). Collegare nuove telecamere al proprio anello di fibra con la posa di nuovi metri di cavi è però molto oneroso per l’Ente pubblico. Per porre rimedio a questo problema, negli scorsi mesi abbiamo contattato la società Open Fiber chiedendo i costi di utilizzo della loro infrastruttura ma il canone proposto risultava – ad oggi – sconveniente”.

“A questo punto, dopo essersi confrontati con la società che gestisce il nostro sistema di videosorveglianza riguardo nuove soluzioni offerte dalla tecnologia presente sul mercato, abbiamo deciso di sperimentare  (e lo faremo con le ottiche di C.so Galileo Ferraris/V. Rosselli) l’utilizzo di una scheda SIM per i dati della telecamera posizionando a bordo un sistema di videoregistrazione: in questo modo la telecamera avrà quel segnale ottimale, richiesto da tutti gli operatori che utilizzano le immagini di videosorveglianza per il proprio lavoro – concludono dal Comune di Asti -. Abbiamo cercato di illustrare l’impegno di energie tenuto da questa Amministrazione Comunale riguardo il tema della videosorveglianza, spiegando l’attività svolta per rendere il sistema sempre performante, così come le azioni volte ad implementare il sistema di telecamere aggiungendo nuove aree della città coperte da “occhi elettronici”, con le relative difficoltà (che grazie alla tecnologia stiamo risolvendo) nel posizionare nuove telecamere in determinate zone di Asti”.