Luigino Scricciolo e Antonio Serritella, ex sindacalisti che hanno ripercorso la propria vicenda venerdì scorso a Cortazzone, nel quinto appuntamento de I mesi del giallo, sono solo due dei 4 milioni di italiani vittime, negli ultimi 50 anni, di errori giudiziari.

Un racconto teso, intenso, a tratti drammatico: per vedersi dichiarare innocente (cioè prosciolto dall’accusa di banda armata e spionaggio dopo due anni di isolamento, uno sciopero della fame, un tentato suicido e un successivo lungo periodo di arresti domiliari), Luigino Scricciolo ci ha impiegato vent’anni.

Entrò a Rebibbia come responsabile nazionale del Dipartimento Esteri della Uil: ora fa l’impiegato all’Inps e, come Serritella, si duole per “i silenzi del sindacato”.

L’ex segretario della Camera del lavoro, che nei 13 giorni di detenzione a Quarto, si dimise dall’incarico, ha trovato la forza di raccontare in pubblico, per la prima volta dopo tre anni dall’arresto, il proprio dramma: “Nonostante l’assoluzione, la ferita continua a sanguinare: l’affronto è stato troppo grande. Non c’è giorno in cui non pensi a tutto quello che ho attraversato in questi ultimi anni. In carcere ho trovato la solidarietà degli altri detenuti e fuori quella di tanta gente. Alla Cgil ho dato tutto, ma molti di loro fin dall’inizio di questo calvario mi hanno dichiarato colpevole”.

Come Scricciolo, che ha scritto il diario minimo “Vent’anni in attesa di giustizia”, Serritella ha lamentato: “l’informazione distorta dei media, che all’inizio amplificano  il caso e poi, quando sei finalmente stato dichiarato innocente, sembrano dimostrare meno interesse”. Serritella, assolto dall’accusa di estorsione e tentata estorsione ai danni di un imprenditore, ha parlato anche delle propria salute: “Dopo quell’ingiusta detenzione i problemi al cuore sono peggiorati, ho subito due ricoveri. Sono cose che non auguro neanche al mio peggior nemico”.

Il tema della restituzione della dignità ha attraversato l’intervento di Domenico Minervini, direttore del carcere di Quarto, mentre l’avvocato Mirate ho puntato il dito soprattutto contro la lentezza della giustizia. L’incontro, moderato da Marisa Varvello, ha visto impegnate nell’organizzazione Associazione Comunica e Comunità Collinare Val Rilate.