Peculato e truffa. Sono queste le accuse mosse dalla guardia di finanza di Asti nell’ambito dell’operazione Drop Goal che ha portato al sequestro preventivo di anche per equivalente, di 498.568 euro oltre alla sospensione dall’incarico per il segretario regionale e dirigente del servizio viabilità di una comunità collinare e del responsabile finanziario della stessa Unione dei Comuni, rispettivamente indagati per truffa ai danni del bilancio pubblico e peculato il primo per peculato il secondo.

Le attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti ed eseguite dal locale Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, avrebbero portato a disvelare un illecito conseguimento di erogazioni pubbliche di cui al “Bandosport e periferie 2018”,  da parte di una associazione sportiva astigiana, che sarebbe risultata di fatto amministrata – in situazione di conflitto di interesse – dall’indagato Segretario Generale e Dirigente del Servizio Viabilità della Comunità Collinare, coinvolta nella vicenda quale stazione appaltante. Nel contempo, di conseguenza, è stato apposto dall’Autorità Giudiziaria il vincolo delsequestro preventivo “impeditivo” su la quota di contributi statali per lo sport assegnati ma non ancora erogati all’associazione sportiva coinvolta, per evitare l’aggravamento della frode in danno del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Tale associazione sportiva, infatti – per la ristrutturazione di un campo sportivo per un importo complessivo di 735.350 euro – si era aggiudicata nel 2019 il contributo di 435.350 euro, attraverso detto Bando del Dipartimento per lo Sport – grazie soprattuttoall’impegno assuntosi in fase istruttoria di cofinanziare l’opera con fondo privati nella misura di oltre il 40 % (la cui assenza avrebbe comportato però l’esclusione dal bando).

Gli accertamenti delle fiamme gialle avrebbero fatto emergere che, dopo l’aggiudicazione del bando, nonostante il previsto impegno di cofinanziare l’opera con fondi privati per una quota così rilevante, l’Asd non avrebbe mai avuto la disponibilità di una tale somma. A tal riguardo, nell’ambito poi del ruolo assunto nella vicenda, sia di Centrale unica di committenza che di Stazione appaltante, da parte della Comunità Collinare coinvolta, emergerebbe la condotta, in situazione di conflitto di interesse dell’indagato Segretario Generale e nel contempo anche amministratore di fatto dell’Asd, che avrebbe fatto in modo di far trarre in inganno il Dipartimento per lo Sport nell’assegnare/erogare all’Asd i fondi pubblici, rendendo in suo pregiudizio ravvisabile l’ipotesi di truffa aggravata ai danni di Ente Statale.

Inoltre, dalle indagini svolte, risulterebbe configurabile nei confronti dei due pubblici ufficiali indagati il peculato per distrazione di danaro dal bilancio di un Ente locale, poiché avrebbero con le loro condotte agito a che la Comunità collinare pagasse alla società appaltatrice (fungendo nel contempo da stazione appaltante, per un’opera che non apparirebbe apportare alcun beneficio ai Comunifacenti parte della Comunità stessa) 394.173 euro, tratti dal proprio bilancio pubblico – per conto dell’associazione sportiva beneficiaria (che avrebbe invece dovuto coprire il 40% del costo totale dell’opera, con fondi di provenienza privata, pena l’esclusione dal bando!).